Cosa va (e cosa no) nella rete degli aiuti
Comune, Regione e associazioni curano l’assistenza e il sostegno lavorativo
«Siamo sconvolti, sorpresi, dispiaciuti. La ragazza era una dipendente comunale, ben conosciuta nella sede del Quartiere 5 dove lavorava e nel rione, seguita da assistenti sociali e aiutata con indennità di accompagnamento e trasporto sociale... Dovremo lavorare di più sull’aiuto psicologico delle famiglie». Sara Funaro, assessore alle politiche sociali di Palazzo Vecchio, è turbata dalla tragedia di Brozzi. E spiega come funziona la «macchina» dei servizi di Comune e Asl per assistere i disabili.
«Chiunque ha un problema può e deve rivolgersi al segretariato sociale del Comune di Firenze, che ha un numero telefonico gratuito 800508286, e se c’è un urgenza il servizio si attiva immediatamente, anche andando a casa della persone o della famiglia, altrimenti si fissa un appuntamento da cui inizia la presa in carico del cittadino e dei suoi problemi, anche con assistenza sanitaria se serve, con sul territorio centri sociali, una rete di solidarietà e servizi domiciliari». Gli assi di intervento sulla disabilità sono essenzialmente tre. «Il primo, per chi ha un certo grado di autosufficienza, è l’inserimento lavorativo, con l’uso anche di fondi europei, e circa 250 persone l’anno seguite. Il secondo — risponde l’assessore — è l’assistenza nei centri diurni o nelle residenze di Comune e Asl che interessa circa 200 cittadini; nei casi più gravi, con necessità di assistenza continua e non autosufficienza, ci sono le residenze h24. Ci sono poi i percorsi “durante di noi” e “dopo di noi”, e percorsi sperimentali come vita in comune in appartamenti e mini alloggi accanto ad una residenza sanitaria assistita per dare più autosufficienza, come anche gli aiuti “vita indipendente” con fondi della Regione cui noi come Comune aggiungiamo un contributo».
Altri tasselli del mosaico dei servizi per alleviare la situazione dei disabili o delle loro famiglie, sono i trasporti sociali, con pulmini che vanno a casa della persona e la conducono al lavoro o alle visite e viceversa o voucher per i taxi per chi è in grado di muoversi meglio, e gli interventi domiciliari, per circa 300 persone seguite ogni anno. «Noi, attraverso la Società della Salute, supportiamo anche l’associazionismo, come attiviamo gli psicologi delle Asl se l’assistente sociale lo ritiene necessario e dal 2016 la Regione ha un fondo ad hoc, ancora aperto, per i disabili gravissimi che ha ancora risorse disponibili. Infine per tumori, Sla o malattie terminali si attiva il percorso sanitario delle Asl, con il supporto di associazioni e privato sociale. Il supporto alle famiglie con disabilità c’è — conclude Funaro, sia per i bisogni pratici che per quelli psicologici, ma su questo ultimo fronte dovremo lavorare in modo più forte. Nulla va sottovalutato».
L’assessore Funaro «Siamo sconvolti, niente va sottovalutato Chi ha un problema può rivolgersi a noi»