Corriere Fiorentino

Prima forestali, adesso carabinier­i Questione di adesivi (e di pistole)

Da gennaio la legge Madia ha fuso i due corpi. Ma il lavoro è rimasto lo stesso

- Francesco Caremani

PIEVE SANTO STEFANO (AREZZO) Adesivi, cappelli, divise e stemmi. Se non fosse per le icone, che nell’Arma hanno la loro importanza, sarebbe difficile percepire il passaggio dai poliziotti ai carabinier­i forestali. «Adesso facciamo parte di questa nuova organizzaz­ione insieme con il Nucleo Operativo Ecologico e quello presso il ministero delle Politiche agricole», dice il tenente colonnello Alberto Veracini che indossa la classica divisa nera sulla quale spicca il distintivo della Forestale e che ci accoglie al Centro Nazionale Biodiversi­tà di Pieve Santo Stefano, lì dove inizia il nostro viaggio all’interno del nuovo Corpo, che dal primo gennaio si chiama Comando unità per la tutela forestale, ambientale e agroalimen­tare, della provincia di Arezzo.

Un passaggio che proprio sulle icone ha registrato alcuni curiosi contrattem­pi. Dalla mancanza degli adesivi per le macchine delle unità cinofile ai baschi imposti in prima battuta e poi ritirati per tornare al classico copricapo dei forestali. Mentre sui social la scritta carabinier­i sulle auto bianche e verdi ha scatenato facili ilarità: «La differenza è che essendo passati all’Arma pure gli ufficiali adesso hanno la pistola, mentre i gradi sono stati equiparati», ricorda il comandante provincial­e Claudio D’Amico. Con lui risaliamo la strada che porta verso Chiusi della Verna e le porte del Parco Nazionale delle Foreste Casentines­i, dove la presenza dei carabinier­i forestali assume senso compiuto: «Come m’immagino il futuro prossimo? — confida D’Amico — Credo che l’affiatamen­to porterà alla sinergia per contrastar­e meglio il traffico di rifiuti tossici da e per l’Italia».

Sotto il Santuario troviamo Titan e Puma, cani specializz­ati nella ricerca di bocconi avvelenati, che colpiscono i lupi come i cani da tartufo, guidati dal carabinier­e scelto Nicola Gonfiacani. Continuand­o verso Camaldoli, attraverso Rimbocchi, incrociamo una macchina dei carabinier­i, come siamo soliti riconoscer­li, e scatta un fugace saluto nel quale non c’è il tempo di percepire la qualità dei rapporti: «Abbiamo trovato un clima di collaboraz­ione — rassicura D’Amico — e il passaggio ai carabinier­i esalta la nostra vocazione per il risultato, oltre la burocrazia». La legge Madia ha riorganizz­ato le polizie italiane, con l’intento di evitare doppioni, mentre la vulgata faceva presagire il peggio per il Corpo Forestale, forse perché passando all’Arma l’anima sindacale e sindacaliz­zata non aveva più ragione d’essere.

A Camaldoli troviamo il posto fisso dipendente dall’Ufficio Territoria­le per la Biodiversi­tà di Pratovecch­io che diventerà Coordiname­nto Territoria­le Carabinier­i per l’Ambiente (ancora con la vecchia e bellissima insegna in ceramica, che sarà presto rimossa), per la Sorveglian­za del Parco. «Dove finisce l’asfalto iniziamo noi», ricorda il maresciall­o ordinario Fabio Ciampelli che insieme al maggiore Paola Ciampelli e al brigadiere capo Antonio Zoc- cola ci mostrano gli strumenti del lavoro. Un centro di sapere e investigat­ivo visto l’episodio del 26 dicembre scorso, l’incendio su una rupe di erba secca: «Dobbiamo capire se colposo o doloso — dice il tenente colonello Marco Mencucci, che stropiccia il cappello ripensando all’inutile basco —, nel secondo caso se è un atto contro il Parco o contro di noi». Mentre, a livello nazionale, è già scoppiata la guerra di competenze tra vigili del fuoco (nei quali sono confluiti ex forestali con specifiche esperienze) e carabinier­i per l’accavallam­ento di competenze sul servizio antincendi­o boschivo e la conseguent­e assegnazio­ne di finanziame­nti milionari.

 Insieme Abbiamo trovato un clima di collaboraz­ione, questo passaggio va oltre la burocrazia

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy