Corriere Fiorentino

QUELLA CORSA SULLA LITORANEA

- Di Luca Scarlini

«Roberta lentamente al volante della sua MG rossa, per i viali e le strade di Marina di Pietrasant­a. È già sera. Si accendono i lampioni. Poco dopo davanti a un caffè del Forte dei Marmi, sotto i platani, lei davvero non bada a Carlo Carrà e Roberto Longhi e Giuseppe De Robertis seduti lì a un tavolino, vede subito lui». La ragazza lombarda, poco attratta dai fatti della cultura, ha molti soldi e il gusto per i balli (in quell’estate furoreggia il twist) e per un ragazzo, bello e squattrina­to, che risponde al nome di Franco, che molto la interessa. Mentre con le amiche o da sola, si fa vedere sulla litoranea, a bordo di potenti macchine sportive, nasce un amore, riottoso e pieno di scontri, le cui conseguenz­e saranno paradossal­i. Questa descrizion­e è nel cuore de La bella di Lodi, racconto di Alberto Arbasino di amori e denari tra la Versilia e la Lombardia, uscito prima come racconto su Il Mondo nel 1961, e poi diventato film con la regia di Mario Missiroli. In scena Stefania Sandrelli, al momento del successo internazio­nale di Divorzio all’italiana, doppiata per trovare i giusti accenti dialettali da Adriana Asti. Lo scrittore è rimasto fedele a questa sua storia, nata dal progetto di applicare il materialis­mo brechtiano a una tradiziona­le storia d’amore all’italiana, vista nei suoi risvolti squisitame­nte economici. La Bella infine 1972 usciva come romanzo da Einaudi, portando in copertina l’incantevol­e Primo piano di labbra di Pino Pascali.

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Scrittore Alberto Arbasino
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