«Sì, il Parlamento va a rilento Ma il giudice ha solo applicato la legge»
«Non vi è motivo di precludere l’adozione alle coppie omosessuali. Le sentenze della magistratura, la relazione depositata alla Commissione giustizia della Camera in vista della riforma della legge sull’adozione sono orientate in questo senso. Quanto potranno concretamente influenzare il Parlamento? Sinceramente non lo so. I percorsi per l’affermazione dei diritti possono avere diverse velocità, e il nostro Paese procede a rilento».
È perplessa l’avvocato Gabriella Gaglio, che da quasi vent’anni si occupa di diritto di famiglia. Separazioni, divorzi e diritti della comunità «Lgbti» (acronimo di Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender e Intersessuali) sono il suo lavoro quotidiano.
Ci sono voluti oltre venti anni per una legge sulle unioni civili e i tempi sembrano lunghi anche per una legge che regoli le adozioni. Lei come si spiega questo ritardo della politica?
«Le persone sono sempre più avanti rispetto ai politici. Il Parlamento è timoroso forse perché vuol tenere conto del sentimento di una parte della popolazione. Non bisogna, in realtà dimenticare che i diritti vanno al di là delle tradizioni, delle religioni e delle culture. Esistono, sono garantiti dalla Costituzione e la loro tutela non è una questione ideologica, di sinistra o di destra. Il nostro sistema è improntato al principio di non discriminazione: non possiamo far finta che le famiglie omosessuali non esistano».
Ma è giusto che i tribunali superino il legislatore?
«Non è questo il caso del decreto del tribunale per i minori di Firenze. L’adozione è avvenuta in Inghilterra e il tribunale italiano si è limitato a riconoscerlo nel nostro ordinamento. I giudici italiani non sono mai entrati nel merito dell’adozione: a questo aveva già provveduto la Corte inglese che, in base alla Convenzione dell’Aja sulla protezione dei minori, ha verificato se i potenziali genitori fossero idonei a tale compito. In questi casi il diritto nasce all’estero e viene riconosciuto in Italia. Come è avvenuto per l’ordinanza della corte d’appello di Trento, che ha riconosciuto il legame tra i figli e i padri non genetici».
Questo vale anche nei casi in cui i tribunali hanno pronunciato l’adozione del figlio del partner da parte di coppie omosessuali?
«Nemmeno in questo caso c’è un superamento del legislatore: è la legge esistente a prevedere questa possibilità, quando c’è da salvaguardare una relazione di cura e di affetti che lega un adulto, sia esso omosessuale o meno, a un bambino».
La tutela dei diritti non può essere una questione di destra o di sinistra