Corriere Fiorentino

«La politica è lenta, così un giudice la sostituisc­e ancora una volta»

- Edoardo Semmola

«Certo che è un caso strano eh, veramente particolar­e. Sono molto perplessa. Bisogna ponderare bene...». Rosa Maria Di Giorgi, vicepresid­ente del Senato (Pd) sembra stupita della decisione del tribunale di Firenze di riconoscer­e l’adozione, avvenuta in Gran Bretagna, di due bambini da parte di una coppia gay toscana. «Un’interpreta­zione piuttosto ardita rispetto a quanto stabilito dalle nostre norme. E per questo deve essere guardata con attenzione».

Il potere giudiziari­o di fatto «legifera» in luogo del legislativ­o. Lei è vicepresid­ente del Senato, si sente superata?

«Si tratta di una circostanz­a, l’ennesima, in cui un tribunale si sostituisc­e al Parlamento. Questo ci deve far riflettere sul ritardo che abbiamo accumulato nel legiferare su una materia, le adozioni, su cui c’è estremo bisogno di norme certe. Lo dico da tempo».

La giustizia spesso arriva prima della politica quando sono in campo le esigenze concrete delle persone.

«L’unico modo per evitare che proseguano queste fughe in avanti da parte dei magistrati, che tra l’altro accadono in continuazi­one, è arrivare velocement­e alla nuova legge sulle adozioni che possa regolare tutta questa materia».

Da cattolica del Pd lei fu molto critica un anno fa durante il dibattito sulla stepchild adoption.

«In questi frangenti il mio pensiero corre immediatam­ente al problema dell’utero in affitto, rispetto al quale ero e resto del tutto contraria, non lo condivido nel modo più assoluto».

In questo caso però, c’è di mezzo un altro ordinament­o, un altro Paese: la Gran Bretagna. Si tratta di una famiglia che là è stata riconosciu­ta.

«Infatti, nel caso specifico, è comprensib­ile che un giudice abbia potuto pensare di decidere in modo tale da non turbare l’equilibrio dei bambini rispetto a quanto già normato in un altro Paese: non si è voluto sconvolger­e ciò che era diventato un dato di fatto, la costituzio­ne del nucleo familiare. Ma è un caso limite». Cosa cambierà adesso? «Non è di un caso particolar­e come questo, che porta nel discorso la normativa di un altro paese, che la nuova legge che studieremo dovrà occuparsi: a noi spetta il compito di definire una volta per tutte la situazione dei cittadini italiani». Quanto è vicina la legge? «Non siamo ancora vicini a trovare una sintesi tra le posizioni presenti in Parlamento. La situazione è abbastanza complessa. Ma sono fiduciosa che ci riusciremo».

 In questi casi penso subito all’utero in affitto, a cui resto molto contraria

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