A Rignano Tiziano lascia segreteria e chat
Il padre di Renzi si autosospende ed esce dal gruppo WhatsApp dei compagni di partito: «Buon lavoro»
Tiziano Renzi è uscito dal gruppo. Il padre dell’ex premier, indagato per traffico di influenze nell’inchiesta Consip, ha proprio chiesto al Pd di uscire dal gruppo WhatsApp dei segretari comunali fiorentini. Lui è segretario di Rignano. O meglio lo era: perché in questa politica fatta di chat e messaggini (intercettati, quando si muovono le Procure) la sua autosospensione dalla carica di segretario non avviene con comunicato stampa, ma chiedendo all’amministratore del gruppo WhatsApp di uscire dal gruppo e di farsi sostituire dal vice Antonio Ermini, perché«da lunedì mi sono autosospeso. Vi abbraccio tutti, buon lavoro. W il Pd».
Ecco il vero motivo per cui il partito di Rignano ha deciso di rinviare «a data da destinarsi» l’assemblea, lunedì scorso. Non perché il sindaco Daniele Lorenzini, come sostenuto proprio dal vice di Tiziano, Ermini, aveva annunciato la sua intenzione di candidarsi senza simbolo del Pd, arrabbiato e stanco per la gestione nazionale del partito. Ma solo perché il segretario che aveva convocato la riunione, visto la tempesta giudiziaria che lo riguarda, non avrebbe potuto neanche tenerla, l’assemblea: si era già autosospeso.
L’uscita di scena (per il momento) di Renzi senior dal partito mette un punto fermo nella vicenda del Pd di Rignano, dove in 10 giorni si è passati dalla riconferma di Lorenzini candidato al secondo mandato per acclamazione, alla sua scelta di non volersi ricandidare sotto al simbolo del Pd «per unire, non dividere», all’assemblea in cui si sarebbe dovuto parlare anche di questo (secondo Ermini, secondo Lorenzini no), al rinvio della stessa. Solo che quello dell’autosospensione è l’unico punto fermo. Renzi senior non ha gradito la posizione di Lorenzini e, dopo che il sindaco è stato sentito dai Pm come persona informata sui fatti nell’inchiesta Consip, avrebbe cominciato a spingere per non ricandidarlo se non accettava il simbolo Pd. Altri ancora hanno parlato di non ricandidarlo sic et simpliciter. L’ultima opzione, quella più probabile, è di fare primarie: con chi? E Lorenzini accetterebbe? Un groviglio di tensioni a cui stanno provando a mettere un freno il segretario provinciale Fabio Incatasciato, il responsabile enti locali regionale Stefano Bruzzesi e il segretario regionale Dario Parrini. E già si parla di possibili candidati alternativi: tra questi, oltre al vicesegretario Ermini, anche la vicesindaca Eva Uccello (che, quando Lorenzini doveva andare in consiglio regionale spinto proprio da Renzi senior, era già in pole per la successione). Incatasciato, intervistato a Tele Iride, prova a mediare. «Il problema del simbolo è un falso problema, in tantissimi Comuni ci presentiamo con liste uniche tra partiti e movimenti. Vedremo come fare: finora la questione è stata gestita da Tiziano Renzi come segretario». Ma Tiziano si autosospenderà? «Sì», conferma Incatasciato, che annuncia l’assemblea del 13 marzo: si va verso un reggenza del Pd con Ermini e il capogruppo Paolo Nannoni. Ma il centrodestra intanto protesta: «Non si fa riunire il consiglio comunale da dicembre», attacca il consigliere di opposizione Michele Matrone.
Incatasciato Quello del simbolo è un falso problema, in tanti Comuni ci siamo presentati con liste civiche: vedremo come fare