Prato, giro di vite contro le slot «Qui ci manca la Fondazione»
Vietate anche nei pressi di bancomat e «compro oro» Siena e l’allerta dei giudici contabili sui bilanci comunali
Norme comunali più stringenti e divieti mirati contro la ludopatia: è stato approvato in Consiglio comunale a Prato il nuovo regolamento «per l’esercizio del gioco lecito», che promette di essere adottato anche da molti altri Comuni nelle prossime settimane. Il testo infatti sarà presentato oggi dal sindaco di Prato Matteo Biffoni anche all’assemblea di Anci Toscana (di cui Biffoni è presidente, ndr), che lo assumerà come proprio per condividerlo con i Comuni. La legge regionale (85/2016) in vigore vietava già l’apertura di centri di scommesse e sale slot a 500 metri da istituti scolastici e luoghi di culto.
La novità introdotta a Prato consiste nell’ampliamento dei luoghi sensibili anche a oratori, discoteche, biblioteche, musei, giardini pubblici, ospedali, ambulatori medici, stazioni e fermate ferroviarie, terminal di autobus di linee urbane ed extraurbane. La curiosità consiste nel nuovissimo divieto di far fiorire questi locali a 500 metri da sportelli bancomat e «compro oro». Per la prima volta è stato creato discrimine nell’ambito dell’ampio concetto di gioco tra quello che è potenzialmente fonte di approccio patologico e quello che non lo è. Il regolamento arriva a meno di un mese dalla vittoria in tribunale di Prato sul tema. Il 16 febbraio scorso infatti il Tar ha rigettato la domanda cautelare dei proprietari della Vlt Palace game di viale Ferrari: la videolottery era stata chiusa con ordinanza perché troppo vicina a materne ed elementari.
Il bilancio del Comune, anno 2014, evidenzia «criticità o irregolarità gravi» e con un risultato di amministrazione «sostanzialmente negativo» per oltre 4 milioni. Lo afferma la Corte dei Conti. Nero su bianco c’è il peso della scomparsa dei contributi erogati in passato dalla Fondazione Monte dei Paschi, che tra il 2010 e il 2012 sono passati da 25 milioni l’anno a zero, cosa che sommata ai tagli statali ha portato il Comune a perdere circa un terzo delle entrate. «La pronuncia della Corte — spiega il Comune in una nota — ripercorre le già note vicende degli anni 2009-2013, dovute in particolare alla cessazione dei contributi della Fondazione». Sindaco e giunta sono corsi ai ripari con un piano di alienazioni immobiliari (non ancora completato) e blocco quasi completo delle assunzioni. «Già nel rendiconto 2015 — dice il Comune — l’operazione di pieno rientro dal disavanzo 2014 è stata completamente perfezionata». I giudici criticano anche la determinazione del Fondo crediti dubbia esigibilità che i Comuni hanno dovuto istituire per tutelarsi dalle entrate di difficile riscossione. Il Comune lo ha fissato in 5,8 milioni, per la Corte va portato a 14. Intanto ieri il Cda di Mps ha approvato i conti 2016. La perdita è passata da 3,38 a 3,241 miliardi. Il Cda ha approvato il nuovo piano ristrutturazione preliminare, inviato alle autorità di vigilanza, ed ha convocato l’assemblea degli azionisti per il 12 aprile, per varare la riduzione di capitale.