A giugno Pitti reinventa la Galleria del Costume
Abiti, manichini, arredi nella mostra a cura di Saillard
La collaborazione poetica e rivoluzionaria di Olivier Saillard, direttore del Museo della moda Galliéra di Parigi, per suggerire con una mostra di abiti e accessori un’altra visione della Galleria del Costume di Palazzo Pitti nel compimento del processo di evoluzione verso lo status di Museo della Moda.
S’intitola Il Museo Effimero della Moda a cui la direzione delle Gallerie degli Uffizi e Pitti Immagine Discovery (fondazione costituita da Pitti Immagine e Centro di Firenze per la moda italiana) stanno lavorando assieme al partner francese e che inaugurerà a Firenze il 13 giugno in occasione dell’edizione numero 92 di Pitti Uomo. «Per la terza volta in dodici mesi — ha commentato Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi — Palazzo Pitti accoglie una mostra che indaga i meccanismi della moda e riflette sul suo senso profondo». «Il Museo dell’Effimero della moda — aggiunge Lapo Cianchi direttore della comunicazione e responsabile degli eventi speciali di Pitti Immagine — è un progetto destinato a lasciare il segno a Firenze. Un’esposizione che come indica il titolo nasce con l’intento condiviso da tutti i partner di offrire un’immagine diversa dall’attuale della Galleria del Costume. Attraverso un allestimento che rompe gli schemi i visitatori avranno la possibilità di una suggestione diversa e ci auguriamo più vicina a quella di un museo contemporaneo di uno spazio già conosciuto. Non a caso a curare la mostra abbiamo chiamato Olivier Saillard che con Pitti ha già collaborato in progetti visionari come Vestirsi da Uomo e Cloakroom, memorabile mise en scène interpretata dallo stesso Saillard con Tilda Swinton al Saloncino del Teatro della Pergola». Il progetto ancora in fase di studio prevede tra l’altro l’uso di manichini e arredi anche storici del Palazzo che verranno riproposti in modo inedito dal curatore. Anche storico della moda Saillard è infatti attento a selezionare accanto ad abiti e accessori che risalgono al XIX e al XX secolo e raccontano momenti della storia della moda e del costume, altrettanti capi del periodo contemporaneo. Una dimensione quella contemporanea che in mostra verrà citata tanto dalle recenti acquisizioni del Musée Galliera, presentate per la prima volta a Firenze, che da abiti della collezione di Palazzo Pitti. «I manichini di legno e cera — aggiunge Saillard — saranno abbandonati su poltrone e sedie, sospesi in morbide sculture, distesi come belle addormentate, gli abiti sono i naufraghi di un museo misterioso, fragile e caduco. Nel giro di qualche mese esso scomparirà, vittima e testimone del tempo che passa. Speriamo possa rinascere in seguito in un altro luogo, tra le mura infedeli di un museo, negli spazi dimenticati di un edificio».