Il paese adottato
San Casciano nelle Marche dai terremotati di San Ginesio: 50 mila euro e gemellaggio
Ci sono incubi che non finiscono mai. Un terremoto, per chi l’ha vissuto, lascia dentro un senso di sicurezza perduto. A San Ginesio, uno dei borghi più belli d’Italia che porta il nome del santo protettore di mimi e attori, ogni scossa rinnova un trauma difficile da scacciare, anche se oggi tutto sembra essere tornato alla normalità. Questo paesino di 3.500 anime cinto dai monti Sibilllini è fatto di gente orgogliosa, tenace, positiva, come solo i «montanari» sanno essere. Non è facile ripartire dopo centinaia di scosse in pochi giorni e tre botte tremende, 6.5 e 5.5 della scala Richter. Devi solo reagire, quasi senza pensare. E affidarti al buon cuore della gente e alla catena di solidarietà. È quello che hanno fatto i ginesini che, da ieri, sono stati «adottati» dal Comune di San Casciano.
Il sindaco chiantigiano Massimiliano Pescini parla di un «gemellaggio di solidarietà» che unirà per sempre i due paesi e che si concretizzerà con un progetto sociale: una struttura polivalente che sostituirà la palestra delle elementari e della materna resa inagibile dal terremoto dello scorso 30 ottobre. Ieri Pescini, e una delegazione di volontari, è partito alla volta di San Ginesio per consegnare nelle mani del suo collega Mario Scagnetti un assegno da 50 mila euro, denaro raccolto durante la Festa del Volontariato che ha visto la partecipazione massiccia di tutta la comunità sancascianese. Un piccolo miracolo realizzato in tempo di crisi che però insegna che si deve reagire senza farsi travolgere dal pessimismo e pensando al futuro. In questo caso i bambini. «Non possiamo permetterci di restare a guardare, dobbiamo andare avanti e garantire un domani — dice Scagnetti — Per questo dal profondo del cuore ringraziamo tutta San Casciano. Con questi 50 mila euro realizzeremo una struttura geodetica, polivalente che servirà a ricostruire uno spazio di aggregazione sociale e formativa per il nostro paese caratterizzato da una fitta rete di associazioni, 35 realtà sportive, musicali e artistiche. Un luogo in cui le associazioni potranno allenarsi, giocare, ritrovarsi, un fulcro sociale per le attività didattiche e formative delle scuole».
Tradotta in numeri, la tragedia del sisma a San Ginesio ha causato l’inagibilità del 100 % degli immobili comunali, tra cui 4 scuole elementari e materne, e il 70 % delle abitazioni private. Per restauri e ricostruzioni il piccolo borgo avrà bisogno di 23 milioni di euro e di 15 anni di lavori, ma la cosa non sembra impensierire né l’amministrazione né la sua gente. L’obiettivo è ripopolare questo centro ai piedi dei monti Sibillini. «L’Italia è fatta di piccoli paesi e territori che si stringono insieme nei momenti più difficili — afferma il sindaco Pescini — noi tendiamo il nostro sostegno alle popolazioni che in questo momento hanno più bisogno, e lo facciamo con la sensibilità di ciascun cittadino. I fondi di San Casciano sono i primi che San Ginesio riceve dal cuore dell’Italia che batte per l’emergenza terremoto».
La storia di San Ginesio, fatta di note, arte e letteratura, continuerà a scoprire inedite affinità con il territorio chiantigiano. Le mura medievali, le pievi romaniche, l’amore per la tradizione musicale, la ricchezza di culture folcloristiche ed enogastronomiche rinsalderanno il legame con un’amicizia nata ieri e che si dà appuntamento al 29 marzo, giorno in cui San Casciano ricambierà la visita accogliendo gli amministratori comunali e le associazioni ginesini.
Donati 50 mila euro Inagibili tutte le scuole e gli immobili del Comune Questi sono i primi fondi arrivati per ricostruire