Niente rally
C'è il nido del fratino A Bibbona salta la corsa in spiaggia
Questa Dakar non s’ha da fare, stop ai motori sulle dune di Marina di Bibbona. La diffida arriva dalla Regione, ufficio ambiente, ed è stata accolta, ieri mattina, dall’organizzazione, Citiprofeti official team, con un comunicato che annullava, non senza polemica, l’evento. L’appuntamento era per oggi in prossimità dell’Oasi del Gineprino, dove si doveva svolgere una gara spettacolare in favore delle popolazioni terremotate di Amatrice in grado di attrarre, secondo le stime, circa 4000 persone. Il patrocinio del Comune era arrivato ma con qualche riserva perché il sindaco Massimo Fedeli, che ha sempre precisato che la zona eletta alla competizione era fuori dal circuito a tutela ambientale, attendeva delle garanzie da parte del team organizzatore. «Si tratta di una zona antropizzata, le dune erano esenti da ogni attività — precisa Fedeli — ad ogni modo l’evento non si farà, anche se mi dispiace per la buona causa per cui era nato».
A muovere la crociata contro la «Dakar bibbonese» vari movimenti politici come i 5 stelle, Legambiente Costa Etrusca, l’Associazione ambientalista Asca e anche il Wwf. «La parata motoristica non si concilia con le buone politiche di conservazione paesaggistica — spiegavano in una nota Wwf e Legambiente — Inoltre l’accesso alla spiaggia con mezzi privati è vietato dalle leggi e dai regolamenti comunali. Per non parlare del danneggiamento alla zona in cui nidifica, proprio in questo periodo, una specie protetta come il fratino, specie in estinzione». «Siamo stati costretti ad annullare l’evento a meno di 48 ore dalla manifestazione — spiega Elena Profeti del Citi team — per la diffida pervenuta dalla Regione e accolta dal Comune. La guerra politica che si è scatenata ha vinto anche sulla drammaticità della situazione che sta vivendo Amatrice, il sindaco stesso si era attivato per concederci il patrocinio, ed era ansioso di incontrarci. Siamo indignati. Sarebbe stato un grande evento con piloti appena rientrati da Buenos Aires...».
E in conclusione parte una provocazione, la richiesta di condivisione social dell’invito, rivolto a chi ha bloccato la Dakar, a devolvere, di propria tasca, soldi per i terremotati: una raccolta che lo stesso team si impegnerà a consegnare al sindaco di Amatrice.