Rolla: «Il bello arriva adesso, lasceremo il segno»
Ha già firmato lo Juventus Stadium: «Ma quella era una ristrutturazione, qui sfida internazionale»
Abbiamo scelto una forma organica al contesto: serviva a creare un rapporto tra podio, stadio, commercio e la grande piazza
«Il lavoro è appena cominciato». Alberto Rolla è l’architetto che ha ideato il nuovo stadio e la Cittadella viola per conto della Fiorentina. Suo è anche lo Juventus Stadium ma mette la mani avanti: «Quella era una ristrutturazione. Questa sarà un’esperienza ex novo di livello nazionale e internazionale. Che lascerà il segno».
Il «segno» grafico dello stadio è intanto l’ottagono, mutuato dalla tradizione rinascimentale. «L’ottagono — spiega Rolla, classe ‘49 ma instancabile come un ragazzo — è una delle figure geometriche classiche più importati, sotto ogni punto di vista. Soprattutto, era tra le forme geometriche che a nostro giudizio aveva più immediata collocazione per la morfologia dell’area, definita da viale Guidoni e via del Schio». Come gli artisti del ‘400 che dovevano lavorare su canoni, lui ha lavorato sul presente e sul reale: «In qualche modo l’ottagono era già definito dall’approccio morfologico del terreno con dei parallelismi presenti. E l’ottagono è anche la figura entro la quale qualsiasi forma di stadio può entrare».
Questa la scelta dell’ottagono. Poi, l’inserimento nel contesto urbano, con lì vicino una delle poche «nuove» opere urbanistiche fiorentine, il Palagiustizia di Leonardo Ricci. Guglie aguzze al Palagiustizia, linee morbide allo stadio. Perché? «Abbiamo scelto una “forma organica”» risponde Rolla. Serviva a «creare un rapporto tra podio (lo stadio è come se fosse sopraelevato rispetto alla piazza ndr), stadio, commercio, e la grande piazza che va verso via dell’Olmatello, che accompagna la gente dal parcheggio scambiatore e da quella che sarà la “stazione Stadio”». Ma appunto, «abbiamo». «Questi lavori non nascono dalla firma di un architetto visionario — insiste Rolla — ma da un lavoro di gruppo straordinario che abbiamo messo insieme, coordinato da Daniela Mafioletti, con Arup, con Claudio Guido, con gli amici di Cooprogetti che hanno una grandissima esperienza sulla viabilità e sugli impatti ambientali. Golder e Inpro. Il coordinamento di questi elementi porta ed ha portato a questo rapporto tra stadio e commercio. Nella masterplan, se avete notato, anche l’area commerciale ha un suo valore architettonico. Chi arriverà, non potrà permettersi di sparare un prefabbricato a caso: sarà un’altra cosa, un tutt’uno». È solo un inizio, però, quello della presentazione del progetto. Perché il lavoro prosegue. «Faremo approfondimenti successivi — insiste l’architetto torinese — la serietà di questo progetto è proprio questo: che non è che in una notte si spostano cubature o si rivoluzionano aree. Ci vuole un equilibrio economico finanziario, opere di urbanizzazione importanti, una attenzione maniacale per la regolazione delle acque». La prossima sfida? «Le funzioni della piazza, abbiamo 40 mila metri quadri a disposizione», conclude Rolla. Già al lavoro per affrontare anche questa sfida.