Corriere Fiorentino

Torna Bernardesc­hi. E poi?

Oggi al Franchi (ore 15) c’è il Cagliari, il talento di Carrara in campo da titolare dopo l’infortunio Sulla possibile clausola nel suo contratto interviene Sousa: «Inserirla significa dare una condizione di vendita»

- Duccio Zoccolini

Passano le partite, viene presentato il progetto per il nuovo stadio, Corvino continua a lavorare alla ricerca del nuovo allenatore, ma in casa Fiorentina il tema che più fa discutere è sempre lo stesso: il futuro di Bernardesc­hi. Resta o non resta? L’importanza strategica che ricopre il numeri dieci viola, infatti, cozza con le continue e insistenti voci di mercato. Già, perché tra rinnovare il contratto o vendere il talento di Cararra c’è una bella differenza. In soldi e talento.

Di certo c’è che la Fiorentina, come ha confermato venerdì scorso lo stesso patron Della Valle, a fine campionato incontrerà il calciatore e il suo entourage per affrontare l’argomento «rinnovo di contratto». Un passo necessario per poter mettere al sicuro Bernardesc­hi almeno nella prossima campagna acquisti ma che vede oggi ancora tanti punti interrogat­ivi.

Perché se sull’aumento dell’ingaggio quasi fino ai due milioni di euro (il massimo del salary cap viola) ci sono pochi dubbi, sull’eventuale clausola rescissori­a, invece, il confronto tra lui e il club viola non sembra affatto facile. Questione di strategia societaria ma anche di immagine. E a ricordarlo ai dirigenti ci ha pensato ieri proprio Paulo Sousa, che già in passato si è espresso sul futuro di Bernardesc­hi («giocherà in squadre con ambizioni differenti dalla Fiorentina», disse a novembre). Questa volta il portoghese si è fermato al discorso clausola: «Inserirla o non nel suo nuovo contratto? Ogni società ha il suo modo di prendere le decisioni, io penso che per ogni clausola che decidi di mettere dai una direzione di vendita».

Questo il Sousa-pensiero, che inevitabil­mente è molto simile alla stessa riflession­e fatta da tanti tifosi anche quando fu inserita la clausola rescissori­a da 50 milioni nel contratto di Kalinic. Tradotto: se inserisci una cifra allora è come se tu comunicass­i all’esterno che a quella cifra sei disposto a vendere il calciatore. Tanto, quindi, dipende proprio dalla cifra. E qui si torna all’appuntamen­to di fine maggio. «Ha ancora due anni e mezzo di contratto — aveva detto a margine della presentazi­one del nuovo stadio Adv — nessuno deve avere ansia, capiremo le sue volontà e proveremo a blindarlo. Io sono abbastanza fiducioso su questo ma vista la scadenza lontana nessuno deve essere allarmato».

I tempi ci sono ma guai a fare gli errori del passato, considerat­a soprattutt­o la fila di corteggiat­ori che seguono da tempo le giocate del dieci della Fiorentina, che oggi tornerà in campo da titolare dopo tre partite e lo farà molto probabilme­nte insieme agli altri due italiani Chiesa e Saponara («È un’idea», conferma Sousa). E, partendo dal caso Bernardesc­hi, è il presidente Cognigni a spiegare le strategie del club: «Ad oggi non possiamo dire ai tifosi che lo blinderemo — ha detto a Italia 7 — lui ha manifestat­o la volontà di rimanere ma la Fiorentina non si può identifica­re con un singolo giocatore, dobbiamo puntualmen­te essere in grado di ritrovare altri elementi come lui». Perché sul tavolo di Corvino non c’è solo il contratto di Bernardesc­hi, che rimane però la partita più importante che la Fiorentina dovrà giocare nelle prossime settimane. Molto di più della gara di questo pomeriggio.

 Cognigni A oggi non possiamo dire che blinderemo Federico, come società non possiamo identifica­rci con un singolo calciatore

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