Corriere Fiorentino

Così diremo no alle barbarie contro la cultura

In piazza Signoria l’arco di Palmira distrutto dall’Isis

- Chiara Dino

L’Arco di trionfo di Palmira in piazza della Signoria per il G7 della cultura in programma a fine mese. Dopo New York e Londra anche Firenze ricorderà così il monumento raso al suolo dall’Isis nel 2015. L’installazi­one è stata creata dal team dell’azienda Torart di Carrara attraverso l’uso di robot e del 3D.

L’Arco di Palmira, quello che i miliziani dell’Isis hanno raso al suolo nell’ottobre del 2015 — ma prima, il 18 agosto, avevano decapitato l’archeologo Khaled Assad — lo rivedremo tutto intero dal 27 marzo al 27 aprile in piazza della Signoria. La copia che sarà all’ombra accanto al Biancone è la stessa che è già stata esposta a Londra il 19 aprile scorso e a 4 mesi dopo New York al City Hall Park, ma che è nata qui in Toscana, tra le mura di un’azienda di Carrara che si chiama Torart ed è guidata da Giacomo Massari e Filippo Tincolini. Due giovani «imprendito­ri dell’arte» che hanno resuscitat­o l’arco di trionfo della città siriana, costruito tra il secondo e il terzo secolo dopo Cristo e dedicato all’imperatore romano Settimio Severo, servendosi di un sofisticat­o sistema di digitalizz­azione del patrimonio archeologi­co, il «The Million Image Database».

Non sarà la sola evidenza artistica a trasformar­e Firenze dopo e in occasione dei giorni del G7 della cultura (30 e 31 marzo), anche se forse è la più spettacola­re visto che l’arco a grandezza naturale campeggerà alla destra del Biancone e ovviamente griderà forte la sua angoscia per la barbarie della guerra in Siria.

Insieme a questa mostra un’altra di minor impatto visivo, visto che si svolgerà nel «chiuso» di Palazzo Vecchio, ma di non minore pregio. Nella sala Leone X (il 28 marzo e sino al 27 aprile) tornerà la splendida Chimera di Arezzo, quella stessa che, dopo il suo rinvenimen­to nel 1553, Cosimo I volle esporre a Firenze insieme ad altri reperti, quasi a significar­e — la ricostruzi­one della valenza simbolica di questa operazione è del Vasari — il suo collocarsi nella storia della Toscana come un redivivo e illuminato principe etrusco. Non sarà da sola la bella Chimera che oggi sta all’Archeologi­co di Firenze e che è già tornata a Palazzo nel 1980 in occasione delle imponenti mostre medicee. Accanto alla spaventosa creatura un po’ leone, un po’ capra e un po’ serpente verranno esposti il disegno della stessa Chimera fatto da Baccio Bandinelli (il documento proviene dalla Biblioteca Centrale) di Firenze e il busto in bronzo di Cosimo I prestato dagli Uffizi.

Se questi sono i due eventi più forti del cosidetto G7 Off, (manifestaz­ioni a latere del confronto tra i ministri della cultura) da segnalare ci sono anche: la mostra Il Primato del disegno, a casa Buonarroti (28 febbraio 30 marzo) con sedici disegni originali di Michelange­lo, i due concerti di Riccardo Muti — già annunciati — con l’orchestra del Maggio (il 30 marzo a Palazzo Vecchio, il 31 all’Opera di Firenze), le visite guidate alla Biblioteca Nazionale durante le quali saranno mostrati dei manoscritt­i autografi di Machiavell­i e Galiprima, leo e vari incontri e seminari. Tra questi ultimi vanno segnalati: il convegno «La tutela fra protezione e recupero, dal Granduca a Rodolfo Siviero», all’Accademia delle Arti e del Disegno il 27 marzo dalle 9,30 alle 13; la tavola rotonda su «Il commercio delle opere d’arte» con direttori di vari museo del mondo il 28 marzo a Palazzo Vecchio; quello su «Dialogo fra le culture» a Villa Schifanoia, sede del Robert Schuman Research Center, il 29 marzo, e quello su «Formazione e mercato del lavoro» con focus sui mestieri del teatro alla Pergola il 30 marzo anche qui alla presenza di specialist­i da varie parte del mondo».

Infine va segnalato che, accanto al blasonato programma di Muti per i «grandi» della cultura la Scuola di Musica di Fiesole si esibirà in un concerto nella sede dell’Istituto Francese di piazza Ognissanti il 30 sera.

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 ??  ?? La Chimera di Arezzo V-IV secolo a.C. è un bronzo etrusco rinvenuto nel 1553. È conservato al Museo archeologi­co di Firenze
La Chimera di Arezzo V-IV secolo a.C. è un bronzo etrusco rinvenuto nel 1553. È conservato al Museo archeologi­co di Firenze
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Il Busto di Cosimo I in bronzo di Baccio Bandinelli conservato al Bargello
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