Corriere Fiorentino

Xhixha, mostra a Boboli e autoritrat­to in dono

Ordine e caos nel verde: da giugno 13 opere in acciaio dello scultore albanese

- Chiara Dino

La materia che ha scelto è l’acciaio, lucido, duro e a prima vista freddo: «ma in verità un composto caldissimo che ha bisogno di temperatur­e alte per prendere vita» spiega l’artista. I soggetti li vedremo dal 27 giugno a Boboli alla mostra a cui Helidon Xhixha lavora da mesi. Ma è certo che il suo lavoro si muoverà per sintetizza­re, in 13 sculture «site specific», il concetto di Ordine e Caos. Boboli si confronta di nuovo con l’arte contempora­nea (lo ha fatto anche recentemen­te con Chadwick e Penone) ma stavolta sceglie l’artista albanese che abbiamo visto nel 2015 alla Biennale veneziana col suo maxi iceberg (anche quello d’acciaio) galleggian­te in laguna. Per il momento l’artista ha già prodotto e donato alle Gallerie degli Uffizi il suo Autoritrat­to, un mezzo busto, anche quello in acciaio che riproduce in maniera puntuale la sagoma del suo demiurgo.

Ma da ora a giugno avrà ancora molto da fare nel suo studio a Novara: «io lavoro da solo — ci spiega mentre prova a spiegarci il suo progetto per Boboli insieme con il curatore Diego Giolitti — per questa mostra posso anticipare che alla Limonaia vedremo l’opera che è ispirata al concetto di caos e per la quale mi sono ispirato alla grotta del cristallo di Naica in Messico (una specie di cattedrale sotterrane­a che contiene immensi blocchi di cristallo che, intersecan­dosi, danno vita a un paesaggio da fiaba ndr). Il punto è che la stessa natura a suggerirci la relazione tra disordine e ordine. È da questa dialettica che deriva tutto. In questo senso fare una mostra per Boboli mi ispira particolar­mente perché è questo stesso giardino a dare spazio a entrambi gli aspetti della natura». A fronte del «caotico» intreccio di grandi strutture a colonna della Limonaia, poco più in là, davanti al palazzo, il giardino conterrà varie figure dalla composizio­ne decisament­e «ordinata», una delle quali, di grandi dimensioni, farà pensare a un fiore. Tutte, ovviamente, in acciaio. Perché «al di là dei tutto — spiega Xhixha — poche altre materie hanno una superficie così riflettent­e e dunque in grado di interagire col contesto e di rinnovarsi continuame­nte». Suggerisce a questo proposito il direttore degli Uffizi Eike Schmidt: «Da giugno a ottobre vedremo 13 opere di questo straordina­rio artista a Boboli anche se in realtà saranno molte di più. A ogni ora del giorno, col cambiare dell’incidenza della luce le sue opere acquistano una nuova forma».

Quello che non cambia è l’idea che informa la sua poetica. L’arte ha una sua formula matematica. È principio ordinatore della realtà. Le sue forme, dunque, quelle che sta plasmando in vista di giugno, saranno per nulla causali. Piuttosto avranno a che fare con geometrie a tratti sacre.

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Protagonis­ta Helidon Xhixha e il suo «Autoritrat­to», donato alle Gallerie degli Uffizi

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