Rossi al contrattacco: avanti, non sono in bilico
Il governatore ai renziani: lavoro per la Toscana e se voglio canto anche l’Internazionale...
Alla vigilia del dibattito e del voto sul piano di sviluppo regionale, il testo che indirizzerà i rimanenti tre anni di legislatura e che è stato in buona riscritto per il pressing dei renziani, Enrico Rossi mette i puntini sulle i. E ribadisce che non si dimetterà e governerà la Toscana, se non lo sfiduciano: «Io non sono affatto in bilico e continuerò a lavorare. Se questi signori mi fanno lavorare, lavorerò ancora. Sennò presentino una mozione di sfiducia e si va tutti a casa. I cittadini in Toscana votano il Consiglio e il presidente: non ho usurpato nulla a nessuno». Rossi ha risposto così alle parole del segretario regionale Pd Dario Parrini e del capogruppo in Consiglio regionale Leonardo Marras, che lunedì hanno detto: «Rossi non sarà più solo al comando, ballerà con noi», assicurando «un maggiore protagonismo di assessori e consiglieri (nessuno è andato con Mdp, lasciando il Pd, ndr)».
«Bisogna lavorare, poi le polemiche si supereranno. Io non voglio stare al comando. Chi vuole lavorare è benvenuto, io continuerò a lavorare, se lo ficchino tutti in testa — ha scandito ieri Rossi — Non è che dismetto il mio impegno: sarò sulla politica nazionale e continuerò a lavorare di più sulla Regione e su questo non mi fermerà nessuno». Il governatore ha detto di non aver avuto tempo per leggere le dichiarazioni di Parrini ed ha aggiunto, polemicamente: «Sono un presidente regolarmente eletto. E poi c’è un Consiglio regolarmente eletto. Simul stabunt simul cadent, perciò se qualcuno presenta una mozione di sfiducia andiamo tutti a casa. Credo di avere il diritto di dire quello che penso e persino di avere un certo seguito che mi sono guadagnato, scrivendo un libro, andando in giro. Sto dentro a un movimento che si chiama Articolo 1, movimento Democratico e progressista che crescerà, vedremo quali risultati darà». E sul piano pratico ha aggiunto sulla nuova coalizione a Palazzo Panciatichi con la sua uscita dal Pd: «Noi abbiamo sempre rispettato tutte le prerogative del Consiglio regionale, a volte siamo stati anche costretti a fare qualche passo indietro, perché quando legifera è sovrano. È sempre accaduto così». Sul caso Lotti-Consip ha ribadito che è Gentiloni che deve decidere cosa fare con il ministro dello sport e infine ha attaccato Renzi per le sue parole su Bandiera Rossa. «Da troppo tempo quello che è di sinistra viene calpestato, irriso. Ci si scaglia in modo pesante, si aggredisce ciò che è di sinistra, un storia che è quella del movimento operaio. Adesso basta. Se voglio fare il pugno, faccio il pugno, se voglio cantare “Bandiera rossa” e “La Locomotiva”, le canto. E se mi viene la voglia canto anche “L’Internazionale”...», ha concluso Rossi.