I rischi della Rete «Un ragazzo su dieci è stato in pericolo»
Il capitano dei Carabinieri Angelo Murgia apre lo scrigno dei numeri e la platea di genitori e professori dell’Istituto Alberghiero Saffi rimane impietrito: un adolescente su dieci dichiara di aver subito un tentativo di adescamento in Rete, uno su tre si è dichiarato «incuriosito» di fronte alla «pagina proibita» — parental control, blocco degli accessi su determinati siti, ecc — età media del cyber bullismo che si abbassa fino a includere i bambini, e altri dati preoccupanti frutto di una ricerca dell’Arma su un campione di 8 mila ragazzi toscani e altrettanti genitori. Le reazioni del pubblico sono preoccupate, alcuni increduli. «Dalla maggior parte dei genitori mi sono sentito dire che questo problema non li riguarda e non li riguarderà mai — li ammonisce il capitano — o, ancora peggio, che non gli interessa nel modo più assoluto. Ma vi avverto che dalle indagini emerge come questi fenomeni non nascono affatto in ambienti di degrado, anzi tutto l’opposto». Nato come un incontro di informazione e formazione per genitori e docenti, il progetto del Soroptimist Club Firenze Due finisce col mettere in luce «l’incapacità di colmare quel gap di conoscenze del mezzo informatico e della cultura digitale necessario per comprendere, figuriamoci prevenire o tutelare, l’attività on-line dei nostri figli». Il seminario intitolato «Istruzioni per un uso corretto del web da parte dei ragazzi», organizzato e coordinato dalla professoressa Eleonora Pagni con Ornella Galeotti della Procura, con il patrocinio dell’Ufficio scolastico, sarà inviato a tutte le scuole di Firenze. «Ho dedicato la mia vita a tentare di dare ai nostri ragazzi gli strumenti per diventare padroni delle loro vite — premette Pagni — anche ora che sono in pensione, ma fino a pochi anni fa non potevamo avere idea che questo fenomeno sarebbe diventato così grave e centrale nella nostra società». Si parla di baby gang sempre più baby che commettono reati per via informatica, adescamento e pedopornografia, ricatti sessuali, angherie via social network, dipendenza da internet, e degli accorgimenti «troppo spesso largamente insufficienti» come spiega Murgia nell’elencare i rimedi studiati dal ministero dell’Istruzione.
Il capitano Murgia I genitori pensano che certe cose non li riguardino