La Regione scrive a Roma. Gli ambientalisti: sono di più, ma non c’è emergenza
«No alla caccia indiscriminata, sì alla selezione»
Quasi 600 lupi in tutta la Toscana, sempre più vicini alle città. E molti sono animali giovani: se nel 2013 erano 72 i gruppi riproduttivi, oggi sono 108. «Ma non c’è allarme — dice Duccio Berzi, dell’associazione Canislupus Italia — i lupi sono tornati da 15 anni, anche intorno a Firenze, su Monte Morello. La Toscana è una delle regioni con più lupi d’Italia, ora sembra un’emergenza, solo perché attaccano prede più facili».
Secondo i dati regionali, sono state oltre 1.500 le uccisioni negli allevamenti, ma i risarcimenti per le aziende non superano i 15 mila euro.
600 Gli esemplari censiti in Toscana sono aumentati del 50% in 4 anni 616 Le richieste danni delle aziende, 1.500 gli animali uccisi in 3 anni
Sono 616 gli allevatori che hanno presentato domanda di risarcimento: oltre il 60% dalla provincia di Grosseto, il restante 40% dalla in provincia di Siena e in tutta l’area appenninica.
«Non vogliamo la caccia al lupo, ma non possiamo andare avanti così». Marco Remaschi, assessore regionale all’agricoltura, approva il «Piano Lupo», il documento del Ministero dell’agricoltura attraverso il quale si sarebbe dovuto regolamentare il prelievo selettivo. «Abbiamo scritto diverse lettere al ministro, perché il documento è stato bloccato, intanto i nostri allevatori sono in ginocchio. Rischiamo la chiusura di numerose aziende. Non vogliamo una strage di lupi: un prelievo di 50 esemplari non mette a rischio la specie. Anzi, ne preserva la purezza». Oltre agli attacchi e alla perdita degli animali ci sono anche da considerare i traumi subiti ad esempio dalle mucche che non producono più latte o che abortiscono per lo spavento.
L’associazione Canislupus intanto studia i movimenti dei branchi, con le fototrappole, che permettono sia di tracciare gli spostamenti che di individuare il numero degli esemplari. «Non sono ancora sicuro che quelli di Barberino Val d’Elsa siano lupi — dice Berzi — è vero che lì vicino ci sono stati altri attacchi, ma senza il Dna della saliva non possiamo essere certi».