Corriere Fiorentino

E al Puccini le voci della Resistenza, con Cazzullo

Domani il reading del libro del giornalist­a con Paolo Valerio: per non dimenticar­e

- C.D.

Basterebbe solo la lista dei nomi per restare attoniti. Ma c’è molto di più nel libro, e ci sarà molto di più nello spettacolo che domani sera Aldo Cazzullo e Paolo Valerio porteranno, alle 21, al Puccini di Firenze: ci sono voci e testimonia­nze di quanti hanno fatto da spina dorsale al nostro Paese in nome della libertà e della dignità, quelli senza i quali la nostra Costituzio­ne, che è l’anima dell’Italia, non sarebbe mai stata.

Il libro e lo spettacolo si intitolano Possa il mio sangue servire. E già il titolo è rivelatore: quelle voci e testimonia­nze — sotto forma di lettere e resoconti — che domani verranno raccontati da Cazzullo e letti da Paolo Valerio, vennero da chi credeva di affrontare la morte, opponendos­i al nazifascis­mo, per costruire un luogo migliore dove gli italiani potessero vivere. Era un altro Paese questo a cavallo tra il ‘43 e il ‘45, un Paese in cui i morti della nostra Resistenza furono centinaia di migliaia e che non andrebbe dimenticat­o. Anche perché, e questo è l’assunto di tutto il lavoro, la Resistenza non è un fatto ascrivibil­e a una fazione politica ma un patrimonio di tutta la nazione.

Non tutte le voci che ha raccolto Cazzullo domani verranno ascoltate dagli spettatori. Ma solo una parte. E però è una parte importante per varie ragioni: «Abbiamo scelto di leggere e raccontare — spiega Cazzullo — alcune delle voci più significat­ive. Ci sarà dunque la lettera che il colonnello Francesco Balbis, prima di morire al Poligono di Tiro di Martinello a Torino, scrisse al padre. E non a caso visto che un suo passo, “possa il mio sangue servire” dà il titolo al libro. Insieme a questa ci sarà anche quella scritta dal colonnello Giuseppe De Toni, uno degli oltre 600 mila che videro la morte in Germania perché non disposti a tornare in Italia sotto la bandiera della Repubblica di Salò, che ha toni e parole identiche».

Ma non basta: come è ovvio ci saranno le storie della Resistenza Toscana, quelle di Radio Cora dove si incontrava­no Carlo Ludovico Ragghianti, Enrico Bocci, Tristano Codignola, Enzo Enriques Agnoletti, e quella della sorella di quest’ultimo Anna Maria che in nome della Resistenza perse la vita.

Poi, sempre durante la serata, un excursus su alcuni brani di Viva l’Italia, il libro che lo stesso Cazzullo ha scritto e raccontato anche qui a Firenze per i 150 dell’Unità d’Italia «e — ci anticipa Paolo Valerio, voce di questi condannati a morte— anche alcuni passi dell’ultimo volume del giornalist­a, Le donne erediteran­no la terra. L’ultimo capitolo, quello dedicato al femminicid­io, è anche quello più forte e più commovente. E da lì trarremo alcuni brani per focalizzar­e l’attenzione su un eccidio del nostro tempo».

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Protagonis­ta Aldo Cazzullo con una copia di «Possa il mio sangue servire» (Rizzoli)

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