Corriere Fiorentino

Moschea, l’idea della «Gonzaga»

Nardella propone all’imam l’ex caserma. «La comunità islamica è poco convinta»

- Passanese, Storni

Per la nuova moschea spunta l’ipotesi dell’ex caserma Gonzaga «Lupi di Toscana», tra Firenze e Scandicci. È il proprio sindaco Dario Nardella a lanciarla.« L’ex caserma è un luogo adatto per la costruzion­e della moschea — dice Nardella — non è in centro città, ma è servita bene dai mezzi. È un’ipotesi che non convince a pieno la comunità, ma credo che se ne possa ragionare serenament­e».

Nuova moschea, prende campo l’ipotesi dell’ex caserma Gonzaga Lupi di Toscana, tra Firenze e Scandicci. È il sindaco Dario Nardella a proporla: «L’ex caserma Gonzaga è un luogo adatto per la costruzion­e della nuova moschea. Non è in centro città, ma è servita bene dai mezzi. È un’ipotesi che non convince a pieno la comunità, ma credo che si possa ragionarne seriamente». Nardella è determinat­o alla realizzazi­one di un vero luogo di culto islamico. L’ha ripetuto più volte ieri pomeriggio, durante la visita alla moschea di piazza dei Ciompi, la prima volta di un sindaco.

Arriva alle 17,30, si toglie le scarpe per entrare, come da tradizione, assaggia i datteri che trova all’ingresso come omaggio. Stringe sotto il braccio una Costituzio­ne italiana e molti appunti. Con Nardella, cinque assessori: Sara Funaro e Alessia Bettini — entrambe con il velo — Andrea Vannucci, Giovanni Bettarini e Lorenzo Perra. Il sindaco saluta e abbraccia i fedeli. Loro ringrazian­o: «È un grande onore per noi». Poi dal tavolo sistemato accanto al mihrab, la nicchia che indica la direzione della Mecca, il sindaco comincia a parlare. «La Costituzio­ne ci rappresent­a come cittadini di questo Paese ed è al centro del patto firmato a Firenze con la comunità islamica, al quale si è molto ispirato il oatto nazionale. Oggi stiamo applicando il nostro patto di cittadinan­za perché rendiamo la moschea un luogo aperto alla città». Si sofferma sull’articolo 19: «Tutti hanno dritto di professare la propria fede religiosa». Anche i musulmani naturalmen­te, che «hanno diritto alla moschea». «Non si va incontro alla dignità dell’uomo lasciando che migliaia di persone si trovino a pregare in luoghi angusti, come sottoscala o garage» dice Nardella. Spiega il sindaco che «da qui a maggio il Comune lavorerà per individuar­e un luogo più adatto come moschea provvisori­a per la preghiera del venerdì». E «la Fortezza — ha detto rispondend­o alle ipotesi dei giornalist­i — può essere una delle opzioni». Nel frattempo, la comunità islamica ha comprato all’asta, al prezzo di 330 mila euro, il fondo di via della Casella, 600 metri quadrati finora in affitto, dove i musulmani si ritrovano per la preghiera del venerdì. E in prospettiv­a di una nuova moschea, è partita poche settimane fa una raccolta fondi straordina­ria, che ha permesso di raccoglier­e finora 50 mila euro. Nardella si è poi soffermato sulla condizione della donna nell’Islam. Un tema delicato, affrontato anche dall’imam Izzeddin Elzir: «È vero che abbiamo visioni diverse della donna, ma non certo nella sua dignità». E facendo riferiment­o al recente decreto della Corte europea secondo cui è legittimo vietare il velo nei luoghi di lavoro, l’imam dice: «Una donna libera sceglie liberament­e di mettere il velo, e questo non dovrebbe essere una discrimina­nte per poter lavorare o meno». Poi, rispondend­o alla proposta del sindaco: «Organizzia­mo un dibattito facendo parlare le donne». Nardella sottolinea poi che «l’Islam non ha ancora stipulato l’intesa con lo Stato, il nostro patto è il primo passo». Finito l’incontro, tanti ringraziam­enti da membri della comunità islamica, con qualche rammarico per aver vagliato oltre trenta luoghi per la nuova moschea, senza successo.

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Il sindaco Dario Nardella e l’imam Izzedin Elzir al termine dell’incontro, sotto le assessore Sara Funaro, Cecilia Del Re e Alessia Bettini col velo
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