Il sindaco esce dal Pd: «Vado con Mdp, per Bersani»
«Forse a qualcuno farà anche piacere scaricare qualche zavorra come me, che affonda le prime esperienze politiche nel Novecento». È una lettera amara, quella del sindaco di Calenzano Alessio Biagioli. Indirizzata al segretario reggente del Pd Matteo Orfini, e per conoscenza a tutta la «filiera» territoriale (quello regionale Dario Parrini, quello metropolitano Fabio Incatasciato, quello cittadino Gianluca Ferretti) annuncia l’uscita dal Pd. Verso Mdp? «Sì — risponde al telefono — per me Pier Luigi Bersani resta uno dei politici più onesti di sempre, anche se ha fatto qualche errore». Ma gli errori commessi dal Pd di Renzi sono per lui troppi e troppo pesanti: dalla sfiducia data dal Pd «dal notaio» al loro sindaco di Roma Marino, al «Paese tenuto ostaggio di un referendum costituzionale che interessava perlopiù al governo», alla rottura con Anpi e Arci proprio sulla riforma, fino al congresso voluto da Renzi «solo come una conta: non basta votare e esprimere una maggioranza per essere democratici. Il Pd sta sempre più diventando a servizio del leader e non il leader a servizio del partito». Lui resta sindaco «per portare avanti il programma, il Pd non sarà per me un avversario ma un potenziale alleato. Ma mi hanno insegnato che quando sei davanti a una scelta difficile e puoi sbagliare, devi farla pensando con gli ideali di quando avevi vent’anni».