Foto trappole per «schedare» i lupi
Nell’allevamento di alpaca colpito dall’attacco: «Non siamo attrezzati»
BARBERINO VAL D’ELSA Alla Valle degli alpaca si sentono ancora sotto attacco. Nonostante sia passata una settimana dall’uccisione dei cinque esemplari di camelide sbranati dai lupi, la paura resta tanta, e pure il trauma per gli animali. Anche se adesso, tutte le bestie alle 18 sono già dentro le stalle.
Non ci sono più cavalli, mucche e vitelli sparsi per il pascolo, sono tutti vicino alla stalla. E gli alpaca stanno nascosti sull’altro versante della collina: «Hanno cambiato abitudini — spiega rassegnata Antonella — non ci vanno più verso il ruscello, stanno sempre in alto». «Adesso si va a letto presto, e al chiuso. Per ora, è l’unica difesa che abbiamo — spiega Carolina — ma se vogliono, i lupi possono entrare, e fare davvero una strage. Non siamo attrezzati, la stalla non è così protetta. Non avremmo mai pensato di doverci difendere dai lupi». Il danno è stato consistente, circa 12mila euro, ma c’è un altro problema: l’allevamento non è riconosciuto, i risarcimenti che la Regione Toscana elargisce per questo tipo di predazione, non gli spetta. E nemmeno le assicurazioni riconoscono coperture per questo tipo di animali. «Una volta abbiamo provato — dice Antonella — ma alla fine avrei dovuto scrivere che erano ovini, e non lo abbiamo fatto». Resta solo la possibilità del recinto elettrificato, che però «va dai 2.5 euro ai 9 euro al metro, più tutto il lavoro che serve per montarlo, e allora i costi salgono» spiega Duccio Berzi, che prova anche a dare dei consigli per poter trovare una soluzione.
L’esperto di lupi ieri è andato alla fattoria per piazzare le foto trappole che potrebbero immortalare i predatori. Carolina e la mamma Antonella hanno messo a disposizione il loro terreno, perché vogliono capire, essere certe di quel che è accaduto. Hanno paura. Riccardo, il nipote, segue tutte le operazioni e tempesta Berzi di domande. Lui, è il più spaventato. Giù in fondo al pascolo, nel «borro» vicino al fiumiciattolo, c’è il recinto dove sono stati trovati sbranati gli alpaca. Ancora, sul terreno, le impronte dei lupi. «Sì, sono proprio impronte di lupo» dice Berzi. I marchingegni allora vengono attaccati al recinto, davanti a quel che resta di una chiazza di sangue che Carolina indica quasi con le lacrime agli occhi. «Erano proprio qui» dice. L’esperto allora cerca di tranquillizzarle e coinvolgerle: «Le foto trappole si attivano con il calore — spiega alle due donne — e fanno la foto. Di giorno a colori e di notte con l’infrarosso. Poi potrete estrarre la scheda e visionare voi stesse le immagini».
Intanto non si fermano gli attacchi di lupi: a San Vincenzo a Torri, due giorni fa, in un allevamento di cinta senese, hanno visto un lupo che si portava via un maialino. E l’avvistamento c’è stato anche a Montemurlo, con tanto di foto di due esemplari.