FIRENZE 2030: COMINCIAMO A PENSARLA (MENO ANZIANA DI ADESSO, SE POSSIBILE)
O Oggi agli Stati Generali della Città Metropolitana, a Firenze, verrà presentato il Piano strategico 2030. Nel titolo c’è anche il suo obiettivo: «Rinascimento metropolitano». In un momento in cui la politica sembra avere un orizzonte non a breve, ma a brevissimo termine — in cui discutiamo se il governo debba arrivare o no al 2018 — che qualcuno riesca ad alzare la testa e lo sguardo per immaginare il futuro, per chiedersi come vedrà Firenze chi oggi ha cinque anni e nel 2030 sarà maggiorenne, è certamente una novità.
Per ogni ragazzo sotto i quindici anni qui ci sono due over 64
Dopo due anni di lavoro, vede la luce questo Piano che rappresenta un prima carta d’identità di questa «cosa» nuova che è la Città Metropolitana. Non la vecchia Provincia sotto mentite spoglie, ma un soggetto che qui è capace di mettere assieme 42 Comuni, oltre un milione di persone, per decidere su cosa scommettere; per prendere quelle decisioni difficili che non ricadono su noi, quanto sui nostri figli; scelte che danno respiro e che nessun Comune potrebbe compiere senza l’altro. Il titolo «Rinascimento metropolitano» dice, innanzitutto, che la forza di questo territorio è tutta nella sua capacità di rinascere, di cambiare e di inventare; la forza di un «brand» globale che non è merito nostro, ma che abbiamo nel Dna e che ancora oggi si impone non per la dimensione o per i mezzi a disposizione, quanto per la bellezza, il genio, l’attrattività, direbbero gli economisti. Come tutte le genti toscane sono i contrasti a muoverle ed anche il futuro della metropoli fiorentina dipenderà da come sapremo affrontare questi contrasti. Alcuni numeri riassumono simbolicamente le sfide del Piano.
La percentuale dei giovani che hanno una occupazione nella Metrocittà è di settanta ogni cento. La media nazionale — come sappiamo — è terribilmente più bassa: 58. Così come il Pil medio pro-capite nella Città Metropolitana è decisamente più alto della media nazionale. Dunque, vivere nell’area metropolitana è un’opportunità. Ci sono tante aziende e molte innovative. Non è certo un caso che tante grandi aziende multinazionali siano localizzate nel perimetro metropolitano. È certamente un grande punto di forza. Ma a fianco di questi numeri c’è anche un’altra cifra: 1,9. È la percentuale degli anziani (oltre i sessantaquattro anni) per ogni ragazzo sotto i quindici anni. Per ogni giovane ci sono quasi due anziani. La media nazionale italiana — che è tra le più alte del mondo — è di 1,5. È una Città metropolitana popolata di anziani e finanziata dai giovani. Un altro numero deve farci riflettere: 118. Il numero di immigrati ogni 1000 abitanti; siamo dietro solo a Roma e Milano. Tutti numeri che nel breve periodo possono solo confliggere, ma se alziamo lo sguardo e pensiamo «strategicamente» da contrasto divengono potenziale. La sfida è saper legare la crescita del benessere alla solidarietà. Proprio Papa Francesco nel suo memorabile discorso di Firenze ha ricordato che l’«umanesimo», l’esplosione del genio umano, nasce in Toscana come «carità». È questa è la scommessa del futuro.
Infine un ultimo numero, anch’esso sorprendente: 80. È la percentuale di boschi e campi coltivati del territorio metropolitano rispetto a quello urbanizzato. È uno dei territori più verdi d’Italia. L’ambiente naturale è parte fondante della bellezza e del «ritmo» che distingue l’area fiorentina dalle altre città metro italiane e nel mondo. Natura e cultura, assieme a innovazione e sviluppo. Tornare ad essere una terra di opportunità diffuse: questa è la scommessa del Piano strategico.
Il piano strategico metropolitano sarà presentato oggi durante gli Stati Generali della Città Metropolitana di Firenze (dalle 9,30 nella Sala Carlo VIII di Palazzo Medici Riccardi a Firenze): durante la mattinata, coordinata dal sindaco metropolitano Dario Nardella, anche una tavola rotonda: col sindaco, moderati da Nuria Biuzzi di Rtv38, Umberto Tombari, presidente della Fondazione CR Firenze, Luigi Dei, Rettore dell’Università, e Leonardo Bassilichi, presidente della Camera di Commercio.