Corriere Fiorentino

Rossi: Minzolini è più uguale degli altri

Attacco al Pd: per la legge Severino noi abbiamo sospeso l’ex dg della Asl, al Senato hanno fatto in altro modo

- Mauro Bonciani

Addio nero su bianco Il presidente ha mostrato la lettera di autolicenz­iamento dal suo ex partito

«Altrimenti succede come nella “Fattoria degli Animali”, dove tutti sono uguali ma qualcuno è più uguale degli altri...». Enrico Rossi ha citato un classico come il libro di George Orwell per spiegare il suo «imbarazzo come cittadino» di fronte ai 19 senatori Pd che hanno votato contro la decadenza di Augusto Minzolini (Forza Italia) dal Senato. Il governator­e era in Palazzo Panciatich­i, con al fianco la consiglier­a Serena Spinelli e in mano le lettere di dimissioni dal Pd, lavoro da funzionari­o compreso, per presentare il neonato gruppo consiliare Mdp, ma non si è negato alle altre questioni di attualità. Ad iniziare dal caso-Minzolini.

«Cosa penso dei 19 senatori Pd? Bisogna chiederlo a loro. Ci sono opinioni diverse, ci sono persone che stimo fra coloro che hanno votato a favore e fra coloro che hanno votato contro — ha risposto ai giornalist­i — Bisogna dire che la legge Severino andrebbe rivista». «La legge Severino dovrebbe essere cambiata — ha aggiunto — dovrebbe essere cambiata per tutti, non come nella “Fattoria degli animali” dove c’è sempre qualcuno che è più uguale degli altri. Il Parlamento dovrebbe impegnarsi a riguardare la legge Severino perché una persona normale non si mette in un ruolo pubblico con questa legge. Se mi devo sottoporre alla verifica di legalità, la legge Severino deve essere un po’ ridiscussa e rivista». Rossi non ha spiegato come, ma lo ha fatto capire, citando il caso di Paolo Marchese Morello, ex dg della Asl Toscana Centro sospeso per la legge Severino, dopo una condanna per abuso di ufficio. «Morello lo abbiamo sospeso dalle sue funzioni in base alla legge Severino — ha sottolinea­to — ma questo in Parlamento non è accaduto: un cittadino prova disagio, imbarazzo per questo. Morello, che stimo moltissimo, è stato condannato per una cosa banale, ed ha dovuto dimettersi perché così prevede la legge. Al Senato è andata diversamen­te».

Sugli altri fronti della politica, Rossi ha spiegato che abolire i voucher «è la via giusta» e che «servono politiche attive per il lavoro». E sull’uscita dal Pd ha ribadito: «Me ne vado serenament­e. Non ho fatto nessun calcolo, quando ho deciso. Né tantomeno cerco un posto in Parlamento». Poi il governator­e ha mostrato due fogli, il suo autolicenz­iamento dal Pd come dipendente. «Ho chiuso i rapporti con il Pd, con cui collaborer­emo in Regione come coalizione e che non è il nostro avversario. Ho spedito una lettera di rinuncia al periodo di preavviso, e un’altra per chiedere di non rinnovare la tessera. Pagherò i 7.000 euro come contributo alla campagna elettorale che viene chiesto a ogni consiglier­e regionale ed ho anche pagato il contributo mensile al partito, di 1200 euro, per il mese di febbraio», ha scandito. «Ero stato assunto funzionari­o del Pci di Pontedera quando avevo 27 anni, con uno stipendio di 850.000 lire, equiparato al quarto livello dei metalmecca­nici», ha ricordato. «L’atto recide un pezzo della mia storia. Sono dispiaciut­o, sulla mia carta di identità c’era scritto finora funzionari­o di partito, e doverne fare a meno mi da un po’ noia». Ma nessun ripensamen­to sullo strappo politico, anzi. «I sondaggi ci dicono che c’è spazio a sinistra del Pd e daremo il nostro contributo ad un centrosini­stra più forte. Anche in Toscana arrivare al 40% (soglia fissata dalla legge elettorale per evitare il ballottagg­io, ndr) non è più scontato». Ci saranno liste Mpd alle amministra­tive di primavera? «Non so. Di certo mi impegnerò per far vincere i sindaci del centrosini­stra, come ho aiutato a sbrogliare alcune situazioni locali complicate per il Pd come a Lucca e Pistoia». «Oggi iniziamo un lavoro importante in Regione — ha detto Serena Spinelli, che sarà capogruppo di Mpd — concentrat­i su lavoro e diritti, sanità, stato sociale e non bonus. E non siamo soli, non è vero che si tratta di un’operazione dei vertici. In tanti non si riconoscon­o più nel Pd, nell’alternativ­a “gufi o illuminati”». E se vince Orlando? «Sarà di certo più facile parlare con il Pd». «Chiedete piuttosto ai renziani se loro resteranno nel partito in questo caso», conclude sorridendo Rossi.

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Tutti per 1 Il governator­e della Toscana mostra le lettere di dimissioni dal Pd. Al suo fianco la consiglier­a Serena Spinelli, come lui passata al nuovo gruppo Articolo 1 Movimento democratic­i progressis­ti

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