Corriere Fiorentino

«I malati sono destinati ad aumentare Solo la paura sveglierà chi minimizza»

- G.G.

«Il nuovo caso di morbillo a Firenze? È una notizia annunciata. Anzi, temo che nei prossimi mesi questi casi non potranno che aumentare». Il dottor Massimo Resti è direttore del dipartimen­to specialist­ico interdisci­plinare del Meyer, uno dei pediatri di punta dell’ospedale fiorentino. È lui a spiegarci cosa significa il morbillo. Non solo per i bambini. Il morbillo torna a colpire. Da cosa dipende?

«Il tasso di copertura vaccinale per il morbillo si è pericolosa­mente abbassato, la “protezione di gregge” che schermava anche chi non era vaccinato non funziona più. Oggi chi non è vaccinato non è più protetto». Il vaccino funziona?

«È estremamen­te efficace. E si tratta di una malattia solo umana, quindi se si riuscisse a fare una vaccinazio­ne di massa come per il vaiolo, si potrebbe eliminarla».

Sul web molti insistono sulla correlazio­ne tra il vaccino trivalente e l’autismo. Ma la scienza smentisce.

«È ampiamente dimostrato che quella correlazio­ne nasce dall’affermazio­ne di Andrew Wakefield, un delinquent­e che ha inventato una ricerca di sana pianta, che è stato scoperto, dec’era, nunciato e radiato dall’ordine dei medici. Purtroppo in rete la novella continua». La malattia invece che conseguenz­e ha?

«Nel mondo è una delle principali cause di morte, anche perché favorisce la comparsa di altre malattie. Nei Paesi ricchi molto di meno, ma c’è comunque un caso di encefalite ogni mille malati. È una malattia seria».

Sono spuntati anche i «morbillo party» e si ipotizza possano esserci anche in Toscana. Cosa ne pensa? «Era il classico rimedio della nonna: quando il vaccino non le nonne mettevano i bambini a dormire insieme a chi aveva il morbillo, perché il rischio che la malattia provochi conseguenz­e gravi in un bambino è molto più basso che in un adulto. Poteva avere un senso allora, perché statistica­mente si riducevano i rischi, ma oggi che il vaccino esiste no di certo. Se lo fai oggi sei un irresponsa­bile: oggi, infettare un bambino per immunizzar­lo rappresent­a un rischio insopporta­bile visto che c’è un’alternativ­a sicura».

Non ha la sensazione che molti prendano il morbillo alla leggera?

«Purtroppo sì. E invece non è una malattia lieve neppure nell’infanzia. Quando facevo le elementari a Laterina un mio compagno di classe morì di morbillo. Già da bambino mi trovai di fronte alla realtà».

E come si fa a riportare alla realtà chi non crede a quel che dite voi medici?

«Temo che molti continuera­nno a non vaccinarsi finché non avremo un’epidemia, tanti casi di encefalite… Andremo avanti così finché non tornerà la paura, dovremo ri-sbatterci il muso».

Cosa pensa della legge Saccardi, che vuole obbligare i vaccini per chi va all’asilo?

«La parola “obbligo” è brutta. Ma quelli contro morbillo e varicella sono vaccini vivi attenuati, non tutti possono farli: chi ha un’immunodefi­cienza, chi ha subito un trapianto, chi ha avuto da poco la leucemia. Se tutti quelli che gli stanno attorno fossero vaccinati, sarebbero protetti. E invece i loro genitori vivono nell’angoscia anche solo per mandarli a scuola. Per colpa delle fisime di una minoranza di genitori».

Non è che un po’ di autocritic­a dovrebbero farla anche quei medici che invitano a vaccinarsi ma poi si ammalano di morbillo perché non l’hanno fatto?

«I medici sono una razza strana, per noi vale quel che si diceva una volta per i preti: “Fate quel che vi dicono, non fate quel che fanno”. Alcuni di noi, a forza di aver a che fare con malattia e morte, finiscono per credere di essere immuni, di essere invincibil­i. Siamo pessimi pazienti. Quindi non imitateci, ma dateci retta».

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Massimo Resti, pediatra e direttore del dipartimen­to specialist­ico interdisci­plinare del Meyer

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