Corriere Fiorentino

Morbillo boom e vaccini in calo, il caso Toscana

Terzo contagio a Torregalli, quattro ricoveri al Meyer. Tremila bambini fra i nati nel 2013 sono senza vaccino

- Gori

Il morbillo torna ad essere un problema. All’ospedale fiorentino di Torregalli c’è il terzo caso di infezione di un dipendente dall’inizio di marzo. Ad ammalarsi stavolta è una anestesist­a, dopo che era già successo a una radiologa e ad un’operatrice sanitaria. Lo scorso gennaio, un altro focolaio era scoppiato a Ponte a Niccheri: sette casi, di cui quattro tra i pazienti e tre di dipendenti dell’ospedale. L’attenzione è alta. Lo scorso gennaio, in tutta Italia, si sono verificati 700 casi di infezione da morbillivi­rus, contro i 220 dello stesso mese del 2016. A Firenze, quattro bambini ammalati sono stati ricoverati al Meyer solo nelle ultime due settimane. Mentre dieci giorni fa, l’Asl Toscana Nord Ovest invitava i malati di morbillo a restare a casa per non diffondere l’infezione: «Se non ci sono sintomi particolar­mente gravi non è consigliab­ile recarsi in ospedale», spiegava l’azienda. L’Asl Toscana Centro, già dopo il focolaio di Ponte a Niccheri, aveva invitato i cittadini alla vaccinazio­ne. I toni del nuovo appello sono più preoccupat­i. «Con l’aumento del numero delle persone non vaccinate contro il morbillo cresce progressiv­amente il numero degli ammalati», dice Maria Grazia Santini, direttore dell’igiene pubblica dell’Asl, che spiega che l’iniezione è gratis anche per gli adulti. In Toscana, dal 2011 al 2015, la copertura dei bambini contro il morbillo è calata di oltre quattro punti: dal 93,1 all’88,7%, ben al di sotto della soglia dell’immunità di gregge fissata dall’Oms nel 95%. Ma il siero anti morbillo, in Italia, è entrato nel calendario vaccinale infantile solo dal 1985. Così, molti adulti non sono coperti. E i focolai di Ponte a Niccheri e Torregalli mostrano che anche molti medici non sono immunizzat­i. Ieri pomeriggio, tutti i direttori di dipartimen­to dell’Asl Toscana Centro si sono riuniti per studiare come arrivare a una copertura completa del personale, ma non sono emerse soluzioni particolar­i. L’assessore regionale alla salute, Stefania Saccardi, spiega che una norma che imponga l’obbligo di vaccinarsi a medici e infermieri rischiereb­be di scontrarsi con i contratti collettivi di lavoro. Ha però inviato una lettera in cui invita le tre Asl toscane ad agevolare le vaccinazio­ni per i dipendenti, creando degli spazi ad hoc. «Stanno scoppiando da più parti focolai di morbillo, bisogna intervenir­e», dice Saccardi. Anche il professor Roberto Burioni, noto divulgator­e pro vaccini, torna alla carica: «La gente ha smesso di vaccinarsi e temo che si continuerà così finché non morirà qualcuno». Anche il ministro della salute Beatrice Lorenzin è preoccupat­a per l’aumento dei casi di morbillo. E ora pensa di convocare a Roma tutti gli assessori regionali alla salute per discutere un piano unico nazionale.

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Stefania Saccardi

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