Corriere Fiorentino

Il giglio dei babbi ex Dc (e il Paese che aspetta l’arrivo del suo Ulisse)

- Mario Lancisi

Quadretto familiare: genitori alternativ­i e figlio in crisi discutono delle canne: «Caro, se un giorno quando sarai padre e ti accorgerai che tuo figlio si fa le canne come ti comportera­i?». Lui deciso: «Lo prendo a schiaffi e poi chiudo la porta di casa: non lo farò più uscire con gli amici finché non smetterà di fumare».

Ecco: la mancanza del padre porta dritto al padre-padrone. Anche la politica, anche noi cittadini assomiglia­mo a Telemaco. Aspettiamo il padre che non arriva. Dove per padre si intende la sintesi tra autorità e libertà. È questa la cultura che dovrebbe permeare la politica. L’autorità non come autoritari­smo ma autorevole­zza, senso dei doveri collettivi, rispetto delle regole e la libertà come riconoscim­ento dei diritti individual­i e collettivi. Già il politologo Gianni Baget Bozzo, nella sua monumental­e storia della Democrazia cristiana, pubblicata negli anni Settanta da Vallecchi, sottolinea­va come la cultura della politica italiana, in particolar­e democristi­ana, fosse influenzat­a dalla figura della madre: comprensiv­a, indulgente, per cui «ogni scarafone è bell’a mamma sua». Influenza che è proseguita fino ai giorni nostri. Basti pensare a Berlusconi e all’esaltazion­e della sua mamma, la mitica Rosa, affettuosa e indulgente anche verso le trasgressi­oni sessuali del figlio secondo uno stereotipo maschile della donna vissuta nella duplice veste di madre e prostituta.

Nella sacra famiglia della politica, per fare qualche esempio, c’è stato finora posto per i fratelli (la patriarcal­e famiglia emiliana di Romano Prodi), per gli zii (Gianni Letta, lo zio affettuoso ma politicame­nte diverso dal nipote Enrico), per le figlie (la vistosa Marianna di Oscar Maria Scalfaro e la più discreta Laura dell’attuale Capo di Stato Sergio Mattarella), i figli (il terrorista Marco, rampollo dell’ex ministro Donat Cattin) e ora, con Renzi e il renzismo, anche per i padri. Anzi, trattandos­i di toscani, per i babbi: Tiziano Renzi, Pier Luigi Boschi e Marco Lotti. Figura tipica, il babbo, del renzismo. Che si afferma nella Toscana dei piccoli paesi (Rignano, Montelupo Fiorentino, Laterina), delle piccole banche, cresciute all’ombra dei campanili, dei piccoli imprendito­ri, di quel cattolices­imo democratic­o tipico delle campagne toscane, anticomuni­sta ma anche antifascis­ta, tutto chiesa, sezione Dc e piccoli affari di paese. Legato alla famiglia e poco allo Stato. Dal giglio magico siamo così passati al giglio dei babbi ex dc, tra l’impiccione, l’ansioso e l’appartato, a loro modo molto materni. Tiziano è il padre che vede nel successo del figlio il successo che sognava di raggiunger­e lui stesso, come spesso accade anche nello sport, in una mescolanza di ambizioni e impicci impropri.

Marco è il bancario di paese che esibisce con orgoglio la carriera del figlio ma ai primi malrovesci si volta ansioso verso gli amici paesani e mette le mani avanti: «Io non sono come gli altri babbi». Infine Pier Luigi difende la figlia con lo scudo gelido, altero ma sofferto del silenzio, del suo stare altrove rispetto alle controvers­ie politiche e mediatiche, confidando da cattolico nei tempi lunghi della provvidenz­a delle ragioni personali.

Non sono, i babbi del renzismo, con tutto il rispetto per i loro affetti e le loro storie, gli Ulisse che cerchiamo. E non lo è stato, almeno fino ad oggi, neppure Renzi e il renzismo, troppo presi da gigli magici e paterni. Ma il Paese di questo ha bisogno. Di Ulisse. Di autorità, libertà e giustizia. Questa è la sfida per la politica, ma anche per il Telemaco che è in ciascuno di noi. La sfida di non stare fermi come figli e cittadini ad aspettare Ulisse ma di mettersi in viaggio, affrontand­o, come ha sottolinea­to Recalcati, «il rischio e la bellezza della ricerca».

Complessi Noi italiani siamo in attesa del padre, cioè la sintesi tra autorità e libertà, che non arriva E la sua mancanza porta diritti al padre-padrone

 ??  ?? Tiziano e Matteo Renzi durante una visita dell’allora premier a Rignano sull’Arno
Tiziano e Matteo Renzi durante una visita dell’allora premier a Rignano sull’Arno
 ??  ?? Gianni Letta, braccio destro di Berluoni, e il nipote Enrico Letta (Pd)
Gianni Letta, braccio destro di Berluoni, e il nipote Enrico Letta (Pd)
 ??  ?? Silvio Berlusconi con la madre, Rosa Bossi, scomparsa nel 2008 a 97 anni
Silvio Berlusconi con la madre, Rosa Bossi, scomparsa nel 2008 a 97 anni

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