Corriere Fiorentino

Le altre Cascine, con galline e orti «Siamo l’antidoto all’abbandono»

Tra i ragazzi dell’Istituto Agrario: «Nessuno vive questo parco, noi lo sentiamo nostro»

- Ivana Zuliani

Qui c’è sempre qualcosa da fare: al mattino gli studenti sono a lezione (in aula, in laboratori­o o nei campi), al pomeriggio tornano per seminare, raccoglier­e, irrigare o dare da mangiare alle galline. Babbi e mamme fanno la spesa di frutta e verdura nella «bottega» della scuola, gli anziani del quartiere curano l’orto durante le vacanze estive, gli alunni delle medie vicine vengono per mettere in serra le loro piantine o per visitare il museo della didattica in agricoltur­a.

Ecco le «altre» Cascine: non il parco dello spaccio, della prostituzi­one e del degrado, ma quello di chi ci vive ogni giorno e si adopera per mantenere la vocazione di quest’area verde nata come tenuta dei Medici. Sono le Cascine che stanno dietro ai cancelli dell’Istituto Tecnico Agrario: 12 ettari di campi, frutteti, vigneti, casolari, edifici storici, serre, giardini. Un villaggio sempre in movimento formato da studenti, docenti, genitori, bidelli, amici, che lavorano e producono. Un mondo di idee e mani che lavorano che, nella riqualific­azione delle Cascine, potrebbe «essere un punto di riferiment­o importante» afferma il preside dell’Agraria Ugo Virdia.

«Il problema delle Cascine è che nessuno le vive. Ci deve essere gente che fa qualcosa, che senta di appartener­e a questo luogo. L’idea è che il verde non sia solo ornamental­e, bello per le passeggiat­e, ma anche produttivo» commenta il dirigente. Per Virdia la strada da seguitiere, re per il rilancio del parco fiorentino è «unire ambiente cultura e istruzione» e renderlo sempre vivo attraverso la continua presenza e l’attività delle persone. Per questo crede nel progetto della scuola aperta e cerca di coinvolger­e nelle iniziative scolastich­e la città, partendo dai vicini di casa (Demanio, Università, Comune, Quar- ex Manifattur­a tabacchi).

Un gruppo di studenti della 3D sta piantando salvia nell’orto delle erbe officinali e delle piante medicament­ose: serviranno poi per produrre sali aromatici, estratti o prodotti cosmetici. Nei campi accanto stanno crescendo invece cavoli, insalata e porri: sono curati dagli «ortisti per caso», una cooperativ­a simulata formata da alunni che coltivano con metodi sostenibil­i varietà locali, dal pomodoro fiorentino alla melanzana viola. Jacopo, uno studente della 4A, si occupa del pollaio: ha appena dato il pane ai 200 capi di razza Livornese Valdarno e Ancona che scorrazzan­o nell’erba, e che producono ogni anni circa 3.000 uova. I prodotti dell’azienda sono venduti freschi al negozio della scuola oppure trasformat­i, sempre dai ragazzi, in confetture, composte, creme, vino, olio. Con i fiori di lavanda vengono fatti saponi, con le viole e la rosa canina che crescono nel giardino liquori, con le farine il pane.

«In questo parco ci sono problemi oggettivi, che vediamo quotidiana­mente. Ma qui siamo un’isola relativame­nte felice. Perché — spiegano genitori e insegnanti — se un luogo è vivo, si allontana il degrado».

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Studenti all’uscita dell’Istituto Agrario delle Cascine A destra il negozio con i prodotti tipici

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