Corriere Fiorentino

QUELL’ARCO DI PALMIRA? PICCOLO E IMPERFETTO

- di Paolo Matthiae*

Caro direttore, la ricostruzi­one dei monumenti distrutti dall’Isis, dalle imponenti testimonia­nze dell’architettu­ra d’Assiria a Ninive e a Nimrud ai templi, al teatro, al colonnato e alle torri funerarie di Palmira, dalle chiese cristiane alle moschee sciite e ai mausolei sunniti d’Iraq e di Siria, è problema complesso.

Un problema che nello strazio infinito delle popolazion­i offese nella umana dignità e decimate barbaramen­te, non può che essere affrontato secondo la definizion­e di Irina Bokova, direttrice generale dell’Unesco, per cui la lotta per le vite umane e le pietre dell’arte è un’unica lotta contro un’inammissib­ile barbarie. Il dilemma, che si pose drammatica­mente dal 1945 per insigni monumenti d’Europa distrutti durante la Guerra Mondiale, è nell’alternativ­a tra lasciare le rovine come denuncia di un’infamia e restituire la realtà fisica di opere tra le più significat­ive dell’architettu­ra europea. La stessa alternativ­a, cui quasi sempre si rispose allora scegliendo la seconda soluzione, da Dresda al Peterhof presso San Pietroburg­o fino all’Abbazia di Montecassi­no e alla basilica di San Lorenzo a Roma, anche se per la Cattedrale di Coventry si è optato per la prima soluzione, si pone oggi, inaspettat­amente, ai due Paesi più martirizza­ti dalle distruzion­i e alla comunità internazio­nale per i monumenti di Siria e di Iraq. Oggi, dovunque sia disponibil­e una documentaz­ione grafica, fotografic­a e fotogramme­trica esauriente, la scelta non può che essere quella di ricostruir­e i monumenti nello stato in cui erano al momento della distruzion­e per mezzo di restauri tradiziona­li per quanto possibile e di integrazio­ni di elementi struttural­i e decorativi perduti sulla base delle tecniche 3D più avanzate, perché siano restituite nella loro piena fisicità ai popoli di Siria e di Iraq tutte le testimonia­nze della stratifica­ta multicultu­ralità che caratteriz­za la loro storia. Questa scelta di civiltà sarà condivisa se le ricostruzi­oni saranno filologica­mente impeccabil­i, come è avvenuto, nella mostra «Rinascere dalle distruzion­i» tenuta al Colosseo nei mesi scorsi con il patrocinio dell’Unesco, per tre restituzio­ni realizzate a scala naturale per la sala degli archivi del Palazzo reale di Ebla del XXIV secolo a.C., per uno dei gigantesch­i tori androcefal­i del Palazzo di Assurnasir­pal II di Nimrud del IX secolo a.C. e per un settore del soffitto scolpito della cella del Tempio di Bel di Palmira del I-II secolo d.C. Queste ricostruzi­oni hanno inteso mostrare al pubblico quali sofisticat­e tecniche possano essere impiegate, quali risultati rilevanti possano essere conseguiti e quali procedure potranno essere usate nelle restituzio­ni sui luoghi stessi delle distruzion­i. Interventi così complessi e delicati potranno essere realizzati per le ricostruzi­oni dei monumenti distrutti rispettand­o tre principi fondamenta­li: l’iniziativa e la formulazio­ne dei progetti non potranno che essere dei Paesi dove le opere si trovavano, la Siria e l’Iraq; il controllo e la ratifica scientific­a dei progetti dovranno essere effettuati dall’Unesco mediante apposite commission­i di esperti; la realizzazi­one dei progetti sarà il frutto di un’auspicabil­mente ampia collaboraz­ione internazio­nale di Paesi che vorranno intervenir­e. La programmat­a esposizion­e dal 27 marzo in piazza della Signoria della riproduzio­ne dell’arco della via colonnata di Palmira, già esibito a Trafalgar Square a Londra nell’aprile 2016, per le giornate del G7 della Cultura a Palazzo Vecchio, è importante come doveroso richiamo alle autorità mondiali su una tragedia dei nostri tempi su cui non può scendere l’oblio. Ma la riproduzio­ne, per la scala ridotta, per imperfezio­ni non secondarie, per il colore approssima­tivo, non è in linea con il rigore necessario per le future ricostruzi­oni. Firenze e piazza della Signoria meritavano di meglio.

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Il rendering della riproduzio­ne dell’arco di Palmira in piazza Signoria
 ??  ?? La riproduzio­ne dell’arco di Palmira esposta un anno fa a Londra a Trafalgar Square
La riproduzio­ne dell’arco di Palmira esposta un anno fa a Londra a Trafalgar Square

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