Le associazioni delle Cascine: «Un consorzio per il rilancio»
Il presidente della Uisp: uniti per riportare vita nel parco
«Se le Cascine sono vissute si mantengono da sole, se vengono lasciate deserte diventa pericoloso». Marco Ceccantini, presidente della Uisp Firenze, che da 12 anni gestisce la piscina delle Pavoniere, ha sotto gli occhi ogni giorno quello che accade nel parco fiorentino, che «come tutti i parchi, se non viene controllato diventa punto di riferimento per attività illecite»: «La prostituzione è calata non è più come negli Anni Ottanta, ma lo spaccio è aumentato. Sono calati anche gli esibizionisti». La sera finito il lavoro, soprattutto in inverno quando i viali sono bui, i dipendenti escono sempre in gruppo, le donne è meglio se vengono accompagnate da qualche collega.
La soluzione? Per Ceccantini è «vivere di più il parco». «Per esempio una volta all’anno organizziamo in piazza Santa Croce due giorni di eventi: quando ci siamo noi non succede niente». Da qui la proposta: avere un unico soggetto che lo gestisca e che organizzi iniziative. «Oggi nel parco ci sono 12 enti competenti, potrebbero unirsi in un consorzio in modo da decidere tutti insieme come usarlo e come renderlo vivo, coordinandosi e facendo manifestazioni non in concomitanza tra loro», propone Ceccantini. Il presidente della Uisp, è contrario alla chiusura al traffico della zona delle Cascine: «Sarebbe un ulteriore causa di degrado, un motivo per il ritrovo di persone che invece non ci dovrebbero stare. Ci vorrebbe invece una migliore illuminazione e una maggior frequentazione da parte dei cittadini e delle forze dell’ordine».
Anche Luciano Poccianti, presidente del Roller Club Firenze, non vede di buon occhio le porte telematiche e la ztl nell’area: «Se chiudono il parco diventa terra bruciata, la notte qui diventa il far west». Poccianti invita i turisti a visitare le Cascine come fanno con i musei della città (e il Comune «a fare maggiore informazione nei confronti degli stranieri che le conoscono poco, noi dovremmo essere considerati come un museo») e i suoi concittadini a viverle di più. «I fiorentini pensano che siano pericolose, ma lo sono come qualsiasi altra parte della città. Di stranieri se ne vedono pochissimi, i fiorentini ci vengono solo per fare movimento, ma poi la sera è il deserto. Io sono qui dal ‘95 e non mi è mai successo nulla», dice.
I membri del club, frequentato da bambini, mamme, babbi, nonni, zie dai 4 anni agli 80, da due decenni presidiano il territorio e si sentono un po’ «le sentinelle delle Cascine». Ma sono disposti a fare anche di più: «Se Palazzo Vecchio vuole possiamo mandare in giro per il parco qualcuno dei nostri sui pattini con una casacchina gialla a segnale le problematiche che ci sono», propone Poccianti.
Sul confine tra la città e il parco si trova il Fosso Bandito, ristorante e luogo di ritrovo amato dalle famiglie. I nuovi gestori, arrivati da poco più di un mese hanno già subito due furti e sono stati costretti a ricorrere, oltre al sistema di telecamere, a una vigilanza notturna privata, che sorveglia il locale e anche la zona circostante durante tutta la notte. «L’obiettivo non è solo fare un’attività commerciale ma anche ridare nuova vita alle Cascine e farlo diventare luogo di socialità», spiegano i titolari, che sentono anche «la responsabilità di essere la testa di ponte tra i viali e il parco».
Anche per loro più gente significa meno degrado, meno illegalità. «Se si portano qui le famiglie e i gruppi si riesce ad avere meno buio». Per questo chiedono al Comune una migliore illuminazione, più pattuglie delle forze dell’ordine in giro per fare i controlli e meno macchine dei vigili urbani per fare le multe.
Per dare il loro contributo concreto hanno deciso di devolvere i fondi raccolti durante alcuni eventi e giornate aperte organizzate nel locale alla fondazione Angeli del Bello: lo scopo è ripulire dai graffiti e dalle scritte il muro del vicino Velodromo.