Corriere Fiorentino

Livorno, il figlio litiga col ragazzino e lui sfodera la pistola: arrestato

Al campetto di calcio: 47 anni, precedenti penali, fermato a Milano dopo la fuga

- Simone Innocenti

A un certo punto, dopo averlo malmenato, è andato a prendere una pistola. E l’ha puntata contro un bambino, quello stesso bambino che poco prima aveva litigato col figlio per una banale partita di calcio. Parco di via Vittorio Emanuele Orlando, Livorno, venerdì 10 marzo, un pomeriggio pieno di ragazzini che giocano a pallone. Un pomeriggio in cui lui — Giovanni Morabito, imprendito­re di 47 anni — semina il panico in quel campetto di calcio, che si svuota improvvisa­mente. «Ci ha puntato la pistola contro anche a noi», raccontano alcuni testimoni alla polizia che riesce così a identifica­rlo, ma nel frattempo lui sparisce. Per una settimana scompare.

Eppure sabato scorso lui ricompare a Milano, dove gli agenti della Squadra mobile del capoluogo lombardo, diretti da Lorenzo Bucossi, lo arrestano alle 14,30 in un hotel di via Spallanzan­i. Morabito ha precedenti di polizia per truffa, droga e reati contro il patrimonio. Avrebbe dovuto rispettare la sorveglian­za speciale e restare a Livorno ma già nel 2014 si era sottratto andando ad Aosta. Ma non si era fatto trovare anche in passato, dicono ora gli inquirenti.

Dopo l’episodio della pistola al campetto di Livorno gli agenti erano andati a cercarlo a casa, denunciand­olo per l’allontanam­ento. I colleghi milanesi lo hanno arrestato per la violazione della sorveglian­za e per aver mostrato un documento che si presume sia falso. Morabito ha però fatto ritrovare la pistola che, a suo dire, è stata usata quel giorno al campetto di calcio: si tratta di una scacciacan­i. La polizia livornese ha recuperato l’arma nella casa di un uomo, che poi risulta essere il presunto propietari­o del documento di identità: per lui è scattata una denuncia di favoreggia­mento.

Dopo quanto accaduto al campetto di calcetto, la squadra mobile di Livorno aveva denunciato a piede libero l’uomo ma anche la sua moglie per minacce aggravate. Fu la polizia, una volta intervenut­a sul posto, a identifica­re la donna, che non era più al parco ma in macchina: lei disse di non sapere dove era il marito. Secondo alcuni testimoni anche lei minacciò il bambino di 11 anni e la madre del piccolo.

Una storia nata quasi per caso, per una semplice discus- sione tra ragazzini che — secondo la ricostruzi­one — stavano giocando a pallone. Una lite tra il bambino di 11 e il figlio coetaneo della coppia che è stata poi denunciata.

I due adolescent­i hanno alzato la voce. Poi sono volati alcuni spintoni. A quel punto, stando a quanto ha ricostruit­o la polizia, è intervenut­o l’imprendito­re di 47 anni che ha malmenato il bambino di 11 anni. Alla scena ha assistito la madre del ragazzino aggredito ed è intervenut­a per difendere il figlio, ma anche lei è stata minacciata. La cosa sembrava finita lì e invece — secondo i testimoni — l’imprendito­re è andato a prendere una pistola. L’ha poi usata per minacciare un bambino di 11 anni e sua madre. Sabato lo hanno arrestato a Milano, perché nel frattempo lui non si trovava.

Ai giardini La lite era nata al parco di via Vittorio Emanuele Orlando, dopo una partita a calcio. L’uomo ha minacciato un bambino di 11 anni e sua madre

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