Il ritorno dei Momix «Celebriamo il futuro»
Da domani al Verdi la compagnia di Moses Pendleton
Fino al 28 Oltre ai grandi classici creazioni inedite per un viaggio tra creature fantastiche
«Non siamo qui per celebrare il passato, ma per guardare al futuro. E portare sempre qualcosa di nuovo, proporre una nuova invenzione consente di innescare una nuova ventata di energia e vitalità al nostro progetto e di conseguenza gli allunga la vita». Così Moses Pendleton ha presentato l’ultimo spettacolo dei Momix, multinazionale del teatro fisico, che celebra trentacinque anni di costante inventiva al Teatro Verdi da domani al 28 marzo.
In W Momix Forever infatti oltre a riproporre alcuni brani cult del repertorio (da Opus Cactus a Bothanica, da Momix Classics a Sun Flower Moon ) viene presentato il futuro, attraverso quattro novità immaginate da Pendleton proprio per l’occasione: Daddy Long Leg, Light Reigns, Paper Trails ed Aerea. Ma quali sono gli ingredienti alla base del processo creativo di Pendleton? Lui, alludendo al «mix» che compone il nome della sua compagnia, parla di diverse componenti miscelate vorticosamente, per fondersi in qualcosa di nuovo — come avvieproprio ne in cucina grazie ai robot elettrici, o nel tempo lontano degli alchimisti, tra bricchi e alambicchi. Non a caso l’effetto di un brano dei Momix è inafferrabile: quello che ti sembra di avere percepito in un lampo si trasforma in qualcosa di altro. Luci, costumi, elementi di scenografia, tutto «congiura» alla creazione dell’illusione scenica: i corpi stessi degli interpreti passano da una foggia all’altra, si aggregano, scompongono, si riconnettono in nuove figurazioni che richiamano creature fantastiche: come non ricordare le meravigliose fanciulle-meduse fluttuanti in uno spazio liquido e senza limiti? O il fiore carnoso, fatto di braccia e gambe umane, che si apre al calore del sole? A sorprendere, ancora oggi dopo sette lustri di fantasia, è la «semplicità» di molti oggetti che Moses trasforma in qualcosa di altro. Bastano dei trampoli e in Daddy Long Leg i danzatori diventano ragni impalpabili dalle lunghe zampine; un pezzo di carta sulla quale si proiettano delle immagini è lo spunto per immaginare una scultura tridimensionale in movimento grazie ai danzatori che ne tengono i vari frammenti (Paper Trails). In Light Reigns l’ispirazione arriva osservando le luci sugli abeti natalizi: queste illuminazioni usate come costumi sulle cinque danzatrici offre effetti magici di una vera e propria danza di luce,che si dipana in perfetta fusione con la musica. Evoluzione/trasformazione del resto sembra da sempre la parola magica del magico Moses: ciò che rende il suo teatro di luci, suoni e visioni un’esperienza completa di quello che si intende per illusion comique. Il gioco del teatro, che per lui è una continua scoperta, da condividere gioiosamente con il pubblico di ieri, oggi e domani.