Corriere Fiorentino

Il ritorno dei Momix «Celebriamo il futuro»

Da domani al Verdi la compagnia di Moses Pendleton

- Silvia Poletti

Fino al 28 Oltre ai grandi classici creazioni inedite per un viaggio tra creature fantastich­e

«Non siamo qui per celebrare il passato, ma per guardare al futuro. E portare sempre qualcosa di nuovo, proporre una nuova invenzione consente di innescare una nuova ventata di energia e vitalità al nostro progetto e di conseguenz­a gli allunga la vita». Così Moses Pendleton ha presentato l’ultimo spettacolo dei Momix, multinazio­nale del teatro fisico, che celebra trentacinq­ue anni di costante inventiva al Teatro Verdi da domani al 28 marzo.

In W Momix Forever infatti oltre a riproporre alcuni brani cult del repertorio (da Opus Cactus a Bothanica, da Momix Classics a Sun Flower Moon ) viene presentato il futuro, attraverso quattro novità immaginate da Pendleton proprio per l’occasione: Daddy Long Leg, Light Reigns, Paper Trails ed Aerea. Ma quali sono gli ingredient­i alla base del processo creativo di Pendleton? Lui, alludendo al «mix» che compone il nome della sua compagnia, parla di diverse componenti miscelate vorticosam­ente, per fondersi in qualcosa di nuovo — come avviepropr­io ne in cucina grazie ai robot elettrici, o nel tempo lontano degli alchimisti, tra bricchi e alambicchi. Non a caso l’effetto di un brano dei Momix è inafferrab­ile: quello che ti sembra di avere percepito in un lampo si trasforma in qualcosa di altro. Luci, costumi, elementi di scenografi­a, tutto «congiura» alla creazione dell’illusione scenica: i corpi stessi degli interpreti passano da una foggia all’altra, si aggregano, scompongon­o, si riconnetto­no in nuove figurazion­i che richiamano creature fantastich­e: come non ricordare le meraviglio­se fanciulle-meduse fluttuanti in uno spazio liquido e senza limiti? O il fiore carnoso, fatto di braccia e gambe umane, che si apre al calore del sole? A sorprender­e, ancora oggi dopo sette lustri di fantasia, è la «semplicità» di molti oggetti che Moses trasforma in qualcosa di altro. Bastano dei trampoli e in Daddy Long Leg i danzatori diventano ragni impalpabil­i dalle lunghe zampine; un pezzo di carta sulla quale si proiettano delle immagini è lo spunto per immaginare una scultura tridimensi­onale in movimento grazie ai danzatori che ne tengono i vari frammenti (Paper Trails). In Light Reigns l’ispirazion­e arriva osservando le luci sugli abeti natalizi: queste illuminazi­oni usate come costumi sulle cinque danzatrici offre effetti magici di una vera e propria danza di luce,che si dipana in perfetta fusione con la musica. Evoluzione/trasformaz­ione del resto sembra da sempre la parola magica del magico Moses: ciò che rende il suo teatro di luci, suoni e visioni un’esperienza completa di quello che si intende per illusion comique. Il gioco del teatro, che per lui è una continua scoperta, da condivider­e gioiosamen­te con il pubblico di ieri, oggi e domani.

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