I no del presidente del Tar «Mica mi lecco i baffi...»
Il presidente Pozzi, Peretola e le polemiche con Palazzo Vecchio «Non ci lecchiamo i baffi quando annulliamo un atto del sindaco»
«Non mi lecco i baffi quando annullo un’ordinanza di Nardella o di altri». Dopo le polemiche seguite alle sue parole sull’aeroporto e alla sentenza sulle slot machine, il presidente del Tar Armando Pozzi contrattacca: «Non siamo presi da furia iconoclasta, facciamo solo il nostro dovere». Con il Comune è una sfida quotidiana: da inizio anno ci sono state tre udienze al giorno su decisioni di Palazzo Vecchio.
«Pacatezza». Armando Pozzi, presidente del Tar della Toscana, ci prova pure, a lanciare messaggi distensivi. Sono rivolti al Comune e a Toscana Aeroporti, che lo avevano attaccato dopo le sue parole sui motivi dello stop al Pit per la pista parallela a Peretola («Eccesso di potere») e quelle contenute nella sentenza che ha bocciato l’ordinanza anti-slot del Comune («Insufficienze istruttorie e contradditorietà»). Pozzi chiede a tutti di «collaborare per il bene della collettività». Ma poi è un fiume in piena. In punta di diritto, spiega i motivi dei tanti no «ma anche dei sì che abbiamo detto, sulle slot machine» ad altri Comuni. In punta di filosofia del diritto illustra il ruolo del Tar della Toscana, «competente, imparziale». Cita Montesquieu e Platone, rivendica gli sforzi del «suo» Tar, «abbiamo sforato tutti i carichi di lavoro. Gli amministratori toscani devono stare tranquilli: qui si applica il diritto senza guardare in faccia a nessuno». Ma ad attacchi politici, si risponde con la politica.
Sempre dall’ottica del magistrato, ma si sfoga: «Se qualcuno vuole captare l’attenzione dell’elettorato, drammatizzando» le nostre sentenze «non si esce dall’impasse di questo Paese. Perché in questo Paese, cominciando dalla magistratura, le classi dirigenti non fanno il loro mestiere». Quello di Pozzi è «applicare la legge». Beh, qui c’è un magistrato che interviene per rispondere a critiche politiche? «È normale che a fronte di messaggi che gettano discredito sull’ufficio, io sia tenuto a difenderlo», anticipa la domanda Pozzi.
Molte più domande se le fanno i cittadini quando vedono che Tar di regioni diverse, come sul caso dello slot, giudicano in modo difforme casi analoghi: «Il cittadino si sente sbalestrato? Sta nel gioco democratico delle istituzioni. Non si può avere giurisprudenza conforme, c’era nel socialismo reale, i giudici speciali sono stati creati dai regimi fascisti. I giudici devono giudicare in autonomia sulla base della propria competenza, coscienza e scienza». E se proprio volete trovare qualche giudice politicizzato, guardate altrove, insiste Pozzi: «Comincino i politici a far fuori le nomine non concorsuali» per i magistrati. Un riferimento alle nomine di questo genere soprattutto in Consiglio di Stato. Insomma, se poi qualcuno pensa che i Tar siano un impedimento «cambi la Costituzione ed elimini i Tar». Bella provocazione, a pochi mesi dal No alla riforma costituzionale. Nell’impeto Pozzi vuole smontare anche le altre tesi delle critiche arrivategli dal sindaco Nardella («Sentenze che azzerano la politica», aveva detto su quella che ha cancellato l’ordinanza antislot). «I Tar frenano lo sviluppo economico o sono a favore dell’interesse economico? Sono pazzi, questi giudici, che sono a favore delle imprese per le slot, su altre materie come gli appalti invece li bloccano e quindi sono contro il sistema economico? Non siamo contro o a favore di nessuno, se una gara d’appalto è fatta male va annullata». E non possono i giudici del Tar preoccuparsi che il ritardo faccia perdere finanziamenti europei: «Noi applichiamo il diritto. Noi la annulliamo con grande dispiacere: non ci lecchiamo i baffi quando annulliamo un’ordinanza del sindaco Nardella o di altri, ci rendiamo conto dei costi e della perdita di tempo e credibilità delle amministrazioni. Siamo cittadini e contribuenti con noi. Ma non annulliamo con sadismo e furia iconoclasta». Epperò, insomma, presidente: quel «facciamo le corna», riferito alla sicurezza di Peretola, poteva evitarlo, visto che comunque la sicurezza è competenza dell’Enac, non sua... «Io le corna le facevo da giovane a chi mi superava in auto...» cerca di glissare con una punta di imbarazzo. Poi l’affondo: «Non ci siamo inventati niente, il giudice non si può inventare niente. Era il Nurv, il nucleo di valutazione della Regione, a dichiararlo». Insomma, se gli atti fossero stati fatti diversamente, non sarebbero stati annullati: «Certo. E ricordo che anche la Valutazione ambientale (del ministero ndr) è positiva ma con 142 prescrizioni. Con 142 prescrizioni è un parere positivo? È negativo, non prendiamoci in giro».
Se qualcuno vuole attirare l’attenzione degli elettori, non si esce dalla crisi del Paese Ognuno faccia il suo mestiere Dicono che freniamo lo sviluppo economico? Noi non siamo contro o a favore di nessuno: se una gara d’appalto è fatta male va annullata