LA MALATTIA È MIA, LA SALUTE DI TUTTI
DOMANDE E RISPOSTE
Si rende sempre più necessaria l’iniziativa politica a difesa della salute collettiva tramite la diffusione delle campagne vaccinali e la Regione Toscana sta legiferando per condizionare l’iscrizione all’asilo nido e alla materna alle vaccinazioni richieste dal prontuario sanitario nazionale. I casi di meningite in Toscana continuano a destare apprensione e nel 2016 in Italia ci sono stati 844 nuovi casi di morbillo. Ma i contestatori della vaccinazione obbligatoria scendono in piazza.
Il fronte antivax punta l’indice sulla presunta relazione tra vaccino trivalente (morbillo, parotite, rosolia) e autismo. Ma l’unica ricerca scientifica che sanciva quella relazione è risultata falsificata e il suo autore, Andrew Wakefield, radiato dall’ordine dei medici inglese. Nessun’altra ricerca mai pubblicata ha confermato quei risultati, la comunità scientifica è certa: il vaccino Mpr non provoca l’autismo. Un altro punto fermo degli anti-vax è la presenza di mercurio nei vaccini. Ma, afferma l’Istituto superiore di sanità, dal 2002 nessun vaccino in Italia contiene più la minima quantità di mercurio.Per quanto molto rare, alcune reazioni avverse esistono. E il fronte contrario all’obbligo vaccinale prende spesso a modello il caso del Veneto, la Regione che ha creato un registro trasparente su tutti gli effetti collaterali dei vaccini. Da quel registro sono state estratte pubblicazioni che dimostrano che l’incidenza delle reazioni è bassissima. La «XIX relazione sull’attività del Canale Verde» spiega che dal 1993 al 2015, con oltre 31 milioni di dosi somministrate in Veneto, la presenza di conseguenze, quasi tutte lievissime, è dello 0,05%, ovvero 5 casi ogni 10.000 dosi. Le «reazioni avverse gravi correlabili» (non correlate con certezza assoluta, quindi) sono meno di due (1,7) ogni 100.000 dosi. Ma per gravi si intendono soprattutto eventi temporanei, che si risolvono in poche ore, o patologie curabili. Solo in un caso ogni 1.794.951 dosi somministrate ci sono conseguenze gravi con conseguenze che si protraggono («sequele»), che potrebbero essere connesse al vaccino. Come metro di paragone, la malattia del morbillo provoca una encefalite ogni 1.000 malati. Ma il dato più rilevante emerso dal registro veneto è che dal 1993 al 2015 non c’è stato alcun decesso legato ai vaccini.
«Influenza a parte, è improbabile che possa verificarsi un’epidemia, con migliaia di casi, di una malattia per cui esiste il vaccino. Ma di fronte a un calo delle vaccinazioni, i focolai sono inevitabili. Il caso del morbillo è un esempio». Il professor Francesco Leoncini, per decenni primario di malattie infettive a Careggi, spiega il motivo per cui di fronte a molte delle malattie «vaccinabili» non si può abbassare la guardia. «Di tetano ormai se ne vede pochissimo, di difterite ho visto un solo caso in tutta la mia vita, ma le malattie a diffusione aerea come il morbillo, la pertosse, i meningococchi si diffondono con estrema facilità. Il rischio di focolai c’è». Quanto alla poliomielite, l’ultimo caso in Italia c’è stato nel 1980, sono passati 37 anni di silenzio. Eppure «la mancata copertura vaccinale può provocare la ricomparsa della polio. A differenza del vaiolo, che era una malattia solo dell’uomo e quindi si è potuta eliminare per sempre con la vaccinazione di massa, il virus della polio sopravvive in natura». Nel 1992 in Olanda, ci furono 73 casi di polio in una piccola comunità religiosa fermamente anti-vaccini.
L’Europa è divisa in due, metà prevede alcune vaccinazioni obbligatorie, metà dà libertà di scelta. L’Italia rientra formalmente tra i primi, ma di fatto ha abolito l’obbligo: sia perché dal 1998 le vaccinazioni non sono più un criterio ne- cessario per l’iscrizione alla scuola, sia perché ha demandato l’applicazione dell’obbligo alle Regioni, che a loro volta hanno deciso di consentire il diritto al dissenso informato. Dopo 19 anni, ora il ministro della salute Beatrice Lorenzin sembra voler intervenire: ha aumentato da 6 a 9 le vaccinazioni pediatriche raccomandate, e, pur non prendendo posizione ufficiale, ha portato all’attenzione del ministero dell’Istruzione il parere della commissione salute del ministero, che si è espresso in favore di «un intervento legislativo nazionale che renda obbligatorie le vaccinazioni al fine dell’accesso alla scuola dell’infanzia e dell’obbligo».
La Regione potrebbe imporre la vaccinazione per le quattro cosiddette «obbligatorie» (polio, difterite, tetano ed epatite B). Non può invece farlo per le nove «raccomandate». L’assessore regionale alla salute Stefania Saccardi ha più volte ribadito di non cercare il muro contro muro con i novax e di voler mantenere il diritto al dissenso: «Con questa legge chi non vuole vaccinare i figli può continuare a farlo, ma ogni scelta comporta delle conseguenze: se non vaccini tuo figlio, non entra all’asilo». La Regione ha tra le sue facoltà quella di poter limitare l’accesso agli asili nido; sulle materne, invece, c’è il parere negativo dell’avvocatura regionale: le materne, in quanto parificate alla scuola dell’obbligo, sono di competenza statale, quindi legiferare spetterebbe a governo e Parlamento. Ma la materia è controversa perché la parificazione non è sancita dalla legge ma solo da circolari del ministero dell’Istruzione.