Corriere Fiorentino

Sua figlia fu costretta a cambiare scuola, ora scrive ai politici: siate con i più deboli

- Antonio Passanese

«Se riuscirete, anche ricorrendo all’obbligo vaccinale per l’accesso alle scuole dell’infanzia, a impedire ad un solo bambino di sviluppare una grave malattia che avrebbe potuto facilmente prevenire, oppure se sarete riusciti a proteggere anche un piccolo paziente oncologico dalle immotivate paure che tormentano, pur comprensib­ilmente, molti altri genitori, potrete essere orgogliosi di avere assolto ai doveri più alti della politica». Lei è Corinna Verniani la madre di Lia, la bimba di Greve in Chianti affetta da una grave patologia che per molto tempo non è potuta andare a scuola perché i suoi compagni non erano vaccinati.

Da più di un anno Corinna ha iniziato una battaglia pro vaccini in un paese dove resiste un composito fronte del no, una battaglia a colpi di condivisio­ni di link, di interviste, di denunce e di lettere. Come quella che ha scritto a Stefano Scaramelli (Pd), il presidente della commission­e Sanità del Consiglio regionale della Toscana che mercoledì ha ricevuto le «mamme del no» e dopo ha espresso forti dubbi sia sul numero di vaccini obbligator­i previsto nel disegno di legge dell’assessore Stefani Saccardi che sul divieto di accedere anche alle scuole materne per i non vaccinati. Proprio Saccardi ha rilanciato sul suo profilo Facebook la lettera di Corinna, riscuotend­o centinaia di like e commenti. Segno che le parole della mamma di Greve hanno toccato il cuore di molti.

Parole misurate le sue, mai fuori le righe, rispettose e che, come scrive l’assessore Saccardi, «speriamo facciano riflettere i genitori contrari all’obbligator­ietà delle vaccinazio­ni per l’iscrizione a nido e materna. #dammiunvac­cino». «Sono la mamma della bimba di Greve — l’incipit del post della donna — che lo scorso anno ha cambiato scuola perché nella sua classe vi era una concentraz­ione di bambini non vaccinati troppo alta per tenerla al sicuro da malattie che probabilme­nte, il suo sistema immunitari­o acciaccato non riuscirebb­e a combattere per lei. Le scrivo per sottoporre alla sua riflession­e ciò che ho ricavato dalla mia esperienza personale, perché spero possa offrirle uno spunto. Come già ho avuto modo di dire all’assessore Saccardi, io non posso che plaudire e con decisione alla scelta della politica e di più, della mia Regione, di elevarsi dal mero inseguimen­to del consenso per mettersi al fianco dei deboli, trascurand­o la popolarità».

Secondo la mamma di Lia, «ci sono momenti in cui tutti, genitori, cittadini e politici siamo chiamati ad affrancars­i dai dubbi che la nostra emotività ci pone e affidarci alla razionalit­à. Per me, questo è avvenuto quando ho trasportat­o in codice rosso mia figlia di due anni al Meyer per una encefalite molto grave ed ho scoperto che non sempre le malattie possono essere curate. Come tutti i genitori disperati, ho cercato fuori e dentro di me le risposte a quel “perché proprio a noi” nel tentativo di lambire quell’atroce strazio che ti travolge quando il tuo bambino si ammala seriamente ed ho capito che questa strada avrebbe soltanto portato ulteriore sofferenza e rabbia. Questo è il momento in cui è diventato chiaro che la paura doveva lasciare il posto alla ragione, perché era l’unica scelta che poteva salvare la vita».

Da allora Corinna si è spesa per cercare di convincere più persone possibili che «scegliere in base al timore e al sospetto può rivelarsi fatale e che le vaccinazio­ni non sono un atto da temere ma un’offerta di salvezza. Ma ciò che più di tutto mi muove è la volontà ferrea di cercare di evitare a qualunque altra persona, anche fosse soltanto una, di passare quello che abbiamo passato noi. So bene che non possiamo difendere i nostri figli da quasi niente, ma rimane un quasi, quel quasi che assolutame­nte ha diritto di essere garantito a tutti. Io credo che la politica debba essere l’argine entro cui tutti possano essere, senza necessaria­mente sentirsi, tutelati». La mamma di Greve nella sua lettera al presidente Scaramelli ripete continuame­nte, e come fosse un mantra, che «i vaccini sono tra le poche vere armi di protezione che abbiamo perché finire in ospedale non è sempre garanzia di salute».

 Non inseguite il mero consenso. Vostro dovere è salvare anche un solo bambino

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Corinna in una foto recente assieme alle sue due figlie nella casa di Greve in Chianti

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