LA MALATTIA È MIA, LA SALUTE DI TUTTI
Mercoledì a Firenze, in piazza San Lorenzo, un gruppo di genitori protestava contro la legge promossa dall’assessore alla sanità Stefania Saccardi sostenendo: «Non siamo antivaccinisti, anche se tra noi ci sono dei no vax. È una legge discriminatoria: prendiamo il caso del morbillo, un bambino non vaccinato viene lasciato fuori dall’asilo, mentre l’insegnante può non essere vaccinato. Che senso ha?». Il senso lo colgono bene i genitori di altri bambini, come quello di Ancona ricoverato in condizioni critiche per morbillo all’ospedale pediatrico Salesi, che hanno affisso un biglietto: «Ringraziamo sentitamente i genitori che non vogliono vaccinare i propri figli consentendo il dilagare di una malattia che nel 2017 sarebbe dovuta essere estinta». A questa presunta rivendicazione di diritti individuali contro «una legge discriminatoria» si risponde innanzitutto con la riaffermazione del diritto collettivo, sociale, alla salute. Posso liberamente decidere di rifiutare un determinato trattamento sanitario in base all’articolo 32 della Costituzione, ma non posso ledere il legittimo diritto alla salute della collettività. Se non faccio vaccinare mio figlio metto a rischio i figli altrui perché contribuisco ad abbassare la soglia dell’«immunità di gregge», stabilita sperimentalmente quando si raggiunge il 95% dei bambini vaccinati, che costituisce l’unica efficace barriera contro il contagio. L’allarme lanciato dall’Oms (l’organizzazione mondiale della sanità) e in Italia dalla ministra Lorenzin risponde all’evidenza di un incremento progressivo del contagio per malattie virali pericolose, quale è il morbillo. Tutte le campagne di vaccinazione prevedono fasi e tempi, soprattutto in età infantile, perché in quella fascia di età i virus sono più diffusi e perché è proprio il vaccino a produrre un efficace potenziamento delle barriere immunitarie. Ci si può ubriacare, ma la guida in stato di ebbrezza è colpita dalla legge, ora anche con il nuovo reato di omicidio stradale, perché può produrre un grave danno agli altri. Il principio aureo del liberalismo proclamato da John Stuart Mill sostiene che la mia libertà si ferma quando può produrre danno agli altri. Ci sono poi le evidenze storiche e sperimentali. Le vaccinazioni di massa iniziate nell’Ottocento hanno fatto scomparire malattie epidemiche che avevano provocato milioni di morti, come il vaiolo. E la poliomelite non sarebbe pressoché scomparsa nei Paesi più avanzati senza la vaccinazione obbligatoria degli anni Sessanta del secolo scorso. I genitori antivaccinisti non sanno quanto siano richiesti i vaccini in Africa, dove i bambini possono morire anche per un’influenza. O non sanno come è cambiato negli Usa l’atteggiamento sulla «libertà di scelta» sulle vaccinazioni, grazie all’impegno del padre di un bambino ammalato di leucemia, Rhett Krawitt, che ha spinto lo Stato della California a decidere di limitarla per assicurare a Rhett il diritto a vivere una vita normale frequentando la scuola. E non ricordano, senza andare lontano, il caso della bambina immunodepressa di San Casciano, che non poteva frequentare una classe alla primaria perché la maggioranza dei suoi compagni non era vaccinata.
Precedenti In California hanno limitato la libertà di dissentire per garantire lo stato di salute di un bambino malato di leucemia