Vaccini, altolà dei medici L’Ordine ai critici del Pd: resti l’obbligo per le materne
Il presidente dell’Ordine Panti: l’irrazionalità ha contagiato pure i politici, la proposta Saccardi va tenuta così
Nel Pd qualcuno pensa ad alleggerire la legge Saccardi sull’obbligo dei vaccini. Interviene il presidente dell’Ordine dei medici Panti: «Resti l’obbligo per le materne».
«La legge sui vaccini va mantenuta così, altrimenti non ha senso». L’affondo, contro l’ipotesi di un annacquamento della legge Saccardi che vuole vincolare l’iscrizione ad asili nido e materne alle vaccinazioni, arriva dal presidente dell’ordine dei medici di Firenze, Antonio Panti. Il decano non usa mezzi termini per dare una strigliata a quella parte della politica che sembra dubitare sulla legge: «C’è un pregiudizio di irrazionalità in questo momento nel mondo che evidentemente contagia anche i nostri rappresentanti politici». Panti punta dritto al cuore del Pd: «È un problema del partito di maggioranza se saltano fuori ipotesi antiscientifiche dell’estrema destra o di ritorno alla natura dell’estrema sinistra e ai propri eletti non fa nessun effetto».
Il presidente dell’ordine, che si dice spaventato dai recenti focolai di morbillo, se la prende col presidente della commissione sanità del Consiglio regionale, Stefano Scaramelli, che vorrebbe annacquare la legge: «Ha fatto ben ad ascoltare i genitori contrari ai vaccini, ma fa bene anche ad ascoltare quei quattro milioni di toscani che vogliono proteggere i loro figli e li vaccinano». Il cuore del provvedimento, per Panti, è l’obbligo dei vaccini per l’iscrizione alle materne, perché gli asili nido non bastano, troppo pochi i bambini che li frequentano perché la norma sia davvero efficace.
Ieri mattina c’è stato il primo faccia a faccia tra Scaramelli e l’assessore alla salute Stefania Saccardi. I due si sono incontrati alle Scotte di Siena all’inaugurazione della TomoTherapy, un macchinario anticancro presentato al reparto di radiologia. I toni del confronto sono stati amichevoli, ma entrambi sono rimasti fermi sulle rispettive posizioni. Saccardi sull’obbligo delle 13 vaccinazioni per nidi e materne, Scaramelli per ridurre il numero dei vaccini e solo per i nidi. L’assessore ha dalla sua il governatore Enrico Rossi (che però è uscito dal Pd) e spera che presto il ministro della salute Beatrice Lorenzin tagli la testa al toro con una legge nazionale, Scaramelli sembra avere il sostegno di più d’uno dei membri Pd in commissione sanità, cui si aggiungono le opposizioni orientate per il no all’obbligo. L’approvazione della legge non è comunque in discussione, il punto da dirimere è se resterà la versione approvata dalla giunta o quella annacquata. Se sul numero dei vaccini la trattativa è forse possibile, il tema materne sì - materne no ora rischia di spaccare il partito.
La commissione di esperti che Saccardi aveva riunito per scrivere la legge aveva consultato l’avvocatura regionale: la risposta era stata che inserire le materne nella norma avrebbe potuto sollevare un conflitto di attribuzioni con lo Stato, visto che alcune circolari del ministero dell’Istruzione le parificano alla scuola dell’obbligo. Ma Saccardi, in accordo con gli esperti, aveva deciso di tirar dritto: «Solo una minoranza di bambini si iscrive agli asili nido, mentre alle materne si iscrive più del 90%. Se vogliamo che questa legge sia efficacie, le materne nella legge ci devono essere. Vado avanti anche a costo di rischiare l’impugnazione da parte del governo». Ma quando in commissione sanità del Consiglio regionale è arrivata la notizia, che notizia non era, che l’avvocatura regionale aveva dato parere negativo, in molti nel Pd sono cascati dalla seggiola. Scaramelli ha parlato a chiare lettere, altri l’hanno mugugnato: «Non si può fare». Nel Pd ora c’è una sola certezza: è stato un errore non affrontare la discussione sulla legge prima di andare in commissione e trovare subito una linea comune.
Il redde rationem ci sarà in Consiglio regionale il 4 aprile, quando il gruppo consiliare del Pd si incontrerà con l’assessore per discutere sulla legge. I vertici del Pd regionale per ora tacciono. Il consigliere e vice segretario regionale Antonio Mazzeo si limita a dire che la legge Saccardi è «una battaglia di civiltà», senza però sbilanciarsi su quale versione, originale o annacquata, alla fine potrà spuntarla.
Sulla commissione «Bene a ricevere le mamme del no, ma ascoltino i 4 milioni di toscani favorevoli» Il vertice L’assessore vuole tirare dritto. Il 4 aprile l’incontro decisivo con i dem in Consiglio