Corriere Fiorentino

Stangata alla banda San Salvi Fuga dopo la condanna: preso

- Antonella Mollica

Avevano creato un vero e proprio fortino della droga dentro il parco di San Salvi. Adesso, appena cinque mesi dopo gli arresti che hanno segnato la chiusura della centrale dello spaccio di hashish e cocaina nell’area che un tempo ospitava l’ex manicomio, per la banda di San Salvi è arrivata la stangata del tribunale. Il gip Mario Profeta ha condannato con il rito abbreviato cinque nordafrica­ni a pene pesantissi­me.

La condanna più dura è arrivata per Jabranne Ben Cheikh, tunisino di 28 anni: sei anni di reclusione e una multa di 30 mila euro. I suoi fratelli, Mohamed Mounir, 30 anni,e Maharane, 29 anni, sono stati condannati a due anni e mezzo e a 8 mila euro di multa. Cinque anni e mezzo e 27 mila euro di multa per l’altro tunisino Tarek Ben Massoud, 29 anni, e due anni e 6 mila euro di multa per il marocchino Mohamed Bahria, 25 anni, (assistito dall’avvocato Lapo Bechelli). Il giudice ha poi disposto che i cinque, una volta espiate le pene, siano espulsi dall’Italia.

Jabranne, che dagli investigat­ori è sempre stato considerat­o il «capo» della banda (ma il giudice non ha riconosciu­to per lui questo suo ruolo) ha trascorso circa quattro mesi in carcere a Solliccian­o. Dal 13 febbraio l’avvocato Cristina Manetti era riuscito a fargli ottenere i domiciliar­i con il braccialet­to elettronic­o nell’abitazione di Campo di Marte che il tunisino divide con la compagna italiana e la figlia piccola. Ma a Jabranne non bastava essere ritornato a casa dalla famiglia. Di fronte alla condanna così pesante ha pensato bene di fuggire. Così, ieri mattina alle 5, ha rotto il braccialet­to elettronic­o che aveva al polso e ha fatto perdere le tracce. Il dispositiv­o elettronic­o ha immediatam­ente segnalato la fuga ma quando i carabinier­i sono arrivati a casa sua lui non c’era più.

La fuga di Jabranne è però durata poche ore. Ieri mattina alle 12,30 gli uomini del commissari­ato di San Giovanni — gli stessi che hanno portato avanti le indagini sulla banda — l’hanno rintraccia­to in via dell’Arcolaio in un negozio di parrucchie­ra. Lo hanno trovato che dormiva su un soppalco del negozio e alla vista dei poliziotti ha tentato la fuga ma è stato subito bloccato e portato in carcere. Per lui questa mattina si terrà in tribunale la direttissi­ma per l’evasione. Difficile, a questo punto, che possa uscire nuovamente da Solliccian­o.

La banda di San Salvi era finita agli arresti lo scorso ottobre. Dopo sette mesi di pedinament­i, fotografie e video, gli investigat­ori del commissari­ato di San Giovanni, coordinati dal pm Giovanni Solinas, erano riusciti a dimostrare che quel gruppo di tunisini che viveva all’interno di una casa semidirocc­ata all’interno del parco — aveva messo in piedi un vero e proprio supermarke­t dello spaccio che funzionava ventiquatt­r’ore su ventiquatt­ro. Dopo gli arresti il quartier generale dei pusher è stato demolito.

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Sul Corriere Fiorentino del 5 ottobre la storia della banda San Salvi

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