Stangata alla banda San Salvi Fuga dopo la condanna: preso
Avevano creato un vero e proprio fortino della droga dentro il parco di San Salvi. Adesso, appena cinque mesi dopo gli arresti che hanno segnato la chiusura della centrale dello spaccio di hashish e cocaina nell’area che un tempo ospitava l’ex manicomio, per la banda di San Salvi è arrivata la stangata del tribunale. Il gip Mario Profeta ha condannato con il rito abbreviato cinque nordafricani a pene pesantissime.
La condanna più dura è arrivata per Jabranne Ben Cheikh, tunisino di 28 anni: sei anni di reclusione e una multa di 30 mila euro. I suoi fratelli, Mohamed Mounir, 30 anni,e Maharane, 29 anni, sono stati condannati a due anni e mezzo e a 8 mila euro di multa. Cinque anni e mezzo e 27 mila euro di multa per l’altro tunisino Tarek Ben Massoud, 29 anni, e due anni e 6 mila euro di multa per il marocchino Mohamed Bahria, 25 anni, (assistito dall’avvocato Lapo Bechelli). Il giudice ha poi disposto che i cinque, una volta espiate le pene, siano espulsi dall’Italia.
Jabranne, che dagli investigatori è sempre stato considerato il «capo» della banda (ma il giudice non ha riconosciuto per lui questo suo ruolo) ha trascorso circa quattro mesi in carcere a Sollicciano. Dal 13 febbraio l’avvocato Cristina Manetti era riuscito a fargli ottenere i domiciliari con il braccialetto elettronico nell’abitazione di Campo di Marte che il tunisino divide con la compagna italiana e la figlia piccola. Ma a Jabranne non bastava essere ritornato a casa dalla famiglia. Di fronte alla condanna così pesante ha pensato bene di fuggire. Così, ieri mattina alle 5, ha rotto il braccialetto elettronico che aveva al polso e ha fatto perdere le tracce. Il dispositivo elettronico ha immediatamente segnalato la fuga ma quando i carabinieri sono arrivati a casa sua lui non c’era più.
La fuga di Jabranne è però durata poche ore. Ieri mattina alle 12,30 gli uomini del commissariato di San Giovanni — gli stessi che hanno portato avanti le indagini sulla banda — l’hanno rintracciato in via dell’Arcolaio in un negozio di parrucchiera. Lo hanno trovato che dormiva su un soppalco del negozio e alla vista dei poliziotti ha tentato la fuga ma è stato subito bloccato e portato in carcere. Per lui questa mattina si terrà in tribunale la direttissima per l’evasione. Difficile, a questo punto, che possa uscire nuovamente da Sollicciano.
La banda di San Salvi era finita agli arresti lo scorso ottobre. Dopo sette mesi di pedinamenti, fotografie e video, gli investigatori del commissariato di San Giovanni, coordinati dal pm Giovanni Solinas, erano riusciti a dimostrare che quel gruppo di tunisini che viveva all’interno di una casa semidiroccata all’interno del parco — aveva messo in piedi un vero e proprio supermarket dello spaccio che funzionava ventiquattr’ore su ventiquattro. Dopo gli arresti il quartier generale dei pusher è stato demolito.