Dipendente accusa le poste: discriminata perché ho un tumore
Discriminata sul lavoro perché malata di tumore. È l’accusa mossa da una lavoratrice di Poste Italiane, che lavora da circa 15 anni al centro meccanizzazione postale a Castello. Secondo quanto sostenuto dalla lavoratrice e dalla Cgil, che ieri mattina ha illustrato il caso in una conferenza stampa, la donna non avrebbe usufruito degli scatti di avanzamento di carriera previsti e sarebbe stata scavalcata da sette dipendenti che erano sotto di lei in graduatoria. La signora sostiene di essere in lista dal 2008 per un posto come sportellista presso uno degli uffici postali di Firenze, mansione certamente meno faticosa rispetto al lavoro svolto finora nello smistamento dei pacchi di lettere al centro meccanizzazione. Nonostante avesse maturato requisiti e anzianità per accedere alla mansione di sportellista, sostengono sempre dal sindacato, alla signora non è stato comunicato niente di ufficiale. La donna ha scoperto di avere un tumore al seno lo scorso dicembre e attualmente sta seguendo un percorso di chemioterapia. Secondo Poste, sarebbe proprio lo stato di malattia della donna ad aver bloccato il trasferimento: «Non c’è stata discriminazione — dicono dalla direzione dell’azienda — Attenderemo che le condizioni di salute della donna le permettano di sostenere i necessari colloqui di selezione per il posto a cui la dipendente si è candidata». Una discriminazione ulteriore, secondo Cgil: «Cosa succederà se, una volta guarita, quel posto che le spettava non sarà più disponibile? La malattia della signora ha fatto sì che fosse discriminata e questo è gravissimo».
L’azienda «Ora è in malattia Attenderemo che possa sostenere il colloquio»