UN COPIONE DIVERSO (POSSIBILE?)
C’è un filo che lega le parole del nuovo presidente degli industriali fiorentini Luigi Salvadori, nel colloquio con Silvia Ognibene che pubblichiamo a pagina 3, a quelle di Lorenzo Bini Smaghi, presidente di ChiantiBanca e Société Generale, intervistato dal direttore Paolo Ermini sul
Corriere Fiorentino di ieri. È l’appello a cambiare atteggiamento, ad abbandonare il vittimismo. Salvadori parla alle (e delle) imprese, riferendosi alla partita del credito. Bini Smaghi parla delle banche, messe di fronte alle regole più rigorose imposte dalla vigilanza europea. Una convergenza che potrebbe essere un buon segnale per il futuro della Toscana, visto il ruolo dei due protagonisti. C’è da sperare in uno scatto da parte di tutti gli attori del sistema economico, per diverse ragioni. Dopo la crisi di reputazione delle banche, una nuova stagione di trasparenza e collaborazione con le aziende potrebbe ridare agli istituti di credito credibilità e ruolo nello sviluppo della regione; dall’altra parte la ripresa interna che ancora non si vede e l’export che frena obbligano le imprese, grandi e piccole, ad una nuova stagione di rafforzamento e di investimenti in formazione e produzione, per continuare a competere sui mercati internazionali, operazione impossibile senza il sostegno delle banche. C’è un terzo attore, la politica: ha in mano il copione delle infrastrutture, che sembra quello di una telenovela sudamericana. Poco appassionante, nonostante i toni tragici. A quando la parola fine?