25 Aprile, dall’Oltrarno un appello anti vandali
Oggi la manifestazione, timori dopo il raid antagonista dello scorso anno. «Sindaco aiutaci tu»
Alcuni esercenti hanno deciso di chiudere, domani, in Oltrarno, dopo i danni, i parapiglia e le scritte sui muri al termine del corteo dello scorso anno per il 25 aprile. È l’unica nota polemica «preventiva», in Toscana, in occasioni delle celebrazioni della Liberazione, che a Firenze partiranno alle 9,30 in piazza Unità d’Italia.
«Sindaco, aiutaci tu». L’appello di Olivia Turchi, presidente dell’associazione Via Maggio va ad aggiungersi ai tanti altri che, in questi giorni, sono arrivati a Palazzo Vecchio e alle forze dell’ordine per evitare che l’Oltrarno, questa sera, si trasformi in un campo di battaglia. Oggi alle 15 in piazza Santa Spirito è in programma la manifestazione organizzata dall’Anpi per celebrare il 25 Aprile. Il timore nel quartiere è che possano ripetersi gli atti vandalici dello scorso anno, quando un gruppo di anarchici e antagonisti (tutti identificati e denunciati dalla polizia), che nulla avevano a che fare con la festa e con i partigiani, misero a ferro e fuoco un intero rione imbrattando tutti i muri da via Sant’Agostino al Carmine e fino a piazza Tasso. Scritte offensive rivolte alla polizia e ai carabinieri, ai preti, a tutti. Da ieri, nelle vie del quartiere sono comparsi i manifesti che invitano fiorentini e non a partecipare ai tanti appuntamenti previsti all’ombra della basilica ma ciò che incute preoccupazione tra i residenti e i commercianti è quello che potrebbe accadere dopo il corteo delle 17. La tensione è così palpabile che la presidente Turchi ieri mattina ha scritto al sindaco Nardella e all’assessore alla sicurezza, Federico Gianassi, per chiedere «di sensibilizzare le forze dell’ordine e l’Anpi per il controllo dei manifestanti e del territorio per scongiurare il ripetersi di ciò che è accaduto 12 mesi fa. Nell’ultimo periodo — continua Turchi — con impegno e fatica abbiamo ripulito molte zone del quartiere dalle scritte e sarebbe davvero sconfortante se il nostro lavoro venisse vanificato in una sera». Ma Olivia Turchi non è sola: la vinaia Mariela di Borgo Tegolaio è rimasta ferma sulle sue posizioni: «Io chiudo! Meglio perdere gli incassi che farsi svaligiare e distruggere l’enoteca». Bar e ristoranti della piazza, invece, hanno deciso di non cedere alla paura: «Non possiamo rintanarci e chiudere i locali — spiega Bibo, uno dei titolari di Volume, Borgo Antico e Tamerò — lo scorso anno abbiamo subito dei danni, ma vogliamo sperare che quest’anno vada mealtrimenti glio. Quattro cretini, che di antifascista non hanno proprio nulla, non possono farci cambiare le abitudini. Noi facciamo affidamento sulle forze dell’ordine, c he ci auguriamo siano tante, ci toccherà farci giustizia da soli». Mentre in un altro bar di piazza Santo Spirito, il Pitta M’Ingolli, hanno deciso di sbarrare l’accesso al bagno: «Il motivo? Alla manifestazione antifascista del 2016 ci hanno distrutto tutti i sanitari, causandoci qualche migliaio di euro di danni. Dunque, restiamo aperti ma per i bisogni la gente dovrà rivolgersi al bagno pubblico comunale che dista poche decine di metri da noi». E se davanti alla Conad di via Santa Monaca due vigilantes sorveglieranno entrata e uscita così da bloccare chiunque voglia scrivere sui muri con le bombolette spray, accanto, nella chiesa sconsacrata di Santa Monica, teatro di eventi legati alla lirica e all’arte, piazzeranno delle telecamere mobili per riprendere il passaggio del corteo ed eventualmente filmare chi commetterà danneggiamenti. Intanto, l’associazione partigiani Oltrarno prova a rassicurare tutti e per oggi ha previsto un servizio d’ordine rafforzato per evitare che si ripeta la violenza di un anno fa.
Chi chiude e chi resiste «Meglio perdere gli incassi che avere il negozio distrutto» «No, non possiamo rintanarci a causa di quattro cretini»