Francesco sulla tomba di don Milani
L’annuncio: il 20 giugno il Papa a Barbiana per i 50 anni dalla morte del priore Betori: porteremo alcuni dei nostri ragazzi, i più abbandonati. Come fece lui
Si raccoglierà in preghiera sulla tomba di don Lorenzo, incontrerà i ragazzi del priore e terrà un discorso commemorativo del sacerdote. Papa Francesco il 20 giugno sarà a Barbiana in pellegrinaggio per i 50 anni dalla morte di don Lorenzo Milani, un gesto forte, inatteso anche se sperato, che ha commosso e reso felice tutta la chiesa fiorentina. «Il Santo Padre ha una grande considerazione per la memoria di don Lorenzo Milani, per tutto quello che ha rappresentato e che può rappresentare per la chiesa di oggi», ha commentato il cardinale Giuseppe Betori, aggiungendo «grande gioia e
Il cardinale Non si tratta di dire che tutto è andato bene tra don Lorenzo e Firenze, non dobbiamo pensare che tutto può essere cancellato, ma penso che ci sia nell’esperie nza pastorale di don Milani qualcosa che ha da dire ancora all’esperien za pastorale della nostra chiesa
gratitudine».
Il gesto del Papa — annunciato ieri da Città del Vaticano e che vedrà nello stesso 20 giugno la visita e la preghiera di Bergoglio sulla tomba di don Primo Mazzolari a Bozzolo, nella Diocesi di Cremona — arriva all’indomani del video messaggio per l’opera omnia di don Lorenzo pubblicata dai Meridiani di Mondadori e della sottolineatura «mi piacerebbe che lo ricordassimo soprattutto come credente, innamorato della Chiesa anche se ferito, e educatore appassionato».
Il Santo Padre aveva rotto il «tabù» di don Milani citandolo nel 2014 nel discorso alla scuola, ma la decisione di acconsentire al desiderio dell’arcivescovo va molto oltre. Bergoglio il 20 giugno mattina visiterà in forma privata il piccolo cimitero di Barbiana e pregherà sula tomba del priore, morto il 26 giugno 1967, poi nella chiesetta incontrerà gli alunni della famosa scuola che sono ancora in vita e visiterò la canonica, l’aula, il laboratorio dove tutto è rimasto esattamente come allora, e chiuderà il suo pellegrinaggio nel giardino davanti ai luoghi dove il priore fu esiliato con un discorso alla presenza anche di un gruppo di sacerdoti della Diocesi di Firenze e di alcuni ragazzi ospiti di case famiglia. «Nel dialogo che ho avuto con il Santo Padre, abbiamo prospettato diversi modi con cui si poteva fare un ricordo e significativo — ha rivelato ieri a Radio Toscana il cardinale Betori, che a dicembre aveva lanciato l’idea della visita del Papa a Barbiana in un’intervista al Corriere Fiorentino —E ho capito che il Santo padre era pronto a venire incontro a questo mio desiderio, con una presenza fisica sulla tomba di don Lorenzo Milani nei cinquant’anni della morte». Betori, che nel 2014 aveva fatto sì che fosse «riabilitato» il libro di don Milani Esperienze pastorali, sul 20 giugno ha aggiunto «pensiamo di portare a Barbiana alcuni ragazzi delle nostre realtà ecclesiali, i più abbandonati, come don Milani fece un tempo» e sottolineato: «Il Papa non nasconde che ci sono state incomprensioni, sofferenze nel cammino di don Milani nella chiesa fiorentina, non si tratta di mettere un colpo di spugna per cancellare il passato, ma al contrario cercare di capire, dove hanno origine quelle incomprensioni, per cercare che non si ripetano». «Papa Francesco basa la grandezza di don Milani su tre elementi: il suo essere uomo di fede, prima di tutto, il suo essere un prete che anche nella sofferenza e nei rapporti con i superiori e con i suoi confratelli, il suo essere educatore, uno che vuole far crescere la dignità delle persone — ha proseguito l’arcivescovo — Io affianco il Santo Padre in questa volontà di non cancellare il passato, ma di rileggerlo e di capirlo. Non si tratta di dire che tutto è andato bene a Firenze con don Milani, tutt’altro, ci sono state difficoltà e questo dobbiamo prenderne atto, non dobbiamo pensare che tutto può essere cancellato, ma penso che ci sia nell’esperienza pastorale di don Milani qualcosa che ha da dire ancora all’esperienza pastorale della nostra chiesa in tutto quello che ha rappresentato nell’esperienza degli ultimi, degli emarginati, degli umili, della società. Credo che siano cose da riprendere».
Il Papa parlerà nel verde di Barbiana, approfondendo il suo pensiero sul prete inquieto «non per ribellione ma per amore e tenerezza per i suoi ragazzi, per il suo gregge per il quale soffriva e combatteva, per donargli la dignità che, talvolta, veniva negata», come ha detto nel video messaggio di domenica a «Tempo di libri» a Milano per la presentazione dei Meridiani curati da Alberto Melloni, e la chiesa toscana rifletterà poi su don Milani ad ottobre con un convegno della Facoltà di teologia. Proseguendo un rapporto mai interrotto perché, come scrisse Giovanni Michelucci dopo la morte del priore, «ognuno di noi continuava un colloquio iniziato con Lui; così che i tanti colloqui singoli e segreti, divenivano poi coro».