Moccaldi, Cnr: «Mi meraviglio, dimostrarlo è impossibile»
«Le attuali conoscenze e la letteratura scientifica non sono a favore di una evidenza di un nesso causale tra cellulari e tumori».
Roberto Moccaldi, responsabile medicina del lavoro del Consiglio nazionale delle ricerche: lei non ritiene che la decisione dei tribunali di Firenze e Ivrea siano supportate da tesi scientifiche valide?
«L’ultima ricerca, a livello mondiale, il più grande studio mai fatto su questi aspetti, è sfavorevole all’ipotesi causale. Tutti gli studi non danno certezze al 100%».
Infatti, non tutte le ricerche vanno in questo senso...
«Se uno va a cercare nella letteratura scientifica qualcosa trova. Ma le sentenze si fanno non su uno o pochi studi, ma sulle evidenze scientifiche».
Ora però ci sono due sentenze.
«Quando si parla di sentenze, cioè di colpevoli e innocenti, dobbiamo far fede a quella che i tecnici definiscono “probabilità qualificata” . Ad oggi, il nesso di causa-effetto tra radiofrequenze dei telefonini e tumori non c’è. Mi meraviglia che qualche giudice vada in senso opposto».
Chi sostiene invece ci il nesso causale ci sia davvero, ricorda che la maggior parte di queste ricerche sono finanziate dalle compagnie telefoniche.
«Lo studio che citavo prima, Interphone, ha coinvolto moltissimi istituti pubblici di ricerca. I fondi? Al 90% pubblici, il 10% dalle compagnie telefoniche i cui fondi erano vincolati alla non conoscenza dei risultati».
Ma si può fare un confronto tra le emissioni di un cellulare e di un altro apparecchio?
«Un telefono cellulare ad oggi è l’emettitore più potente di radiofrequenze, più delle antenne sui tralicci (a meno non si sia veramente in prossimità, pochi metri) o wifi. Ma nessun cellulare emette sempre con la stessa intensità, è diverso se siamo in linea o meno ed anche quando siamo in linea la radiofrequenza cambia. Per questo è difficile dare indicazioni sulle esposizioni: Dire quindi per esempio “è stato al telefono 10 ore al giorno” è una affermazione grossolana e poco attendibile».
La più grande e ultima ricerca a livello mondiale è contro un nesso di causa ed effetto