E CHE GOD CI BENEDICA
Ma il genio dei nostri artigiani si addice all’America delle super tecnologie? E che c’entrano le botteghe dell’Oltrarno con i futuristi della Silicon Valley? Come non farsi queste domande quando alla Mostra dell’Artigianato alla Fortezza ti trovi gli Stati Uniti come ospiti d’onore? Eppure la sfida è proprio questa: rompere gli schemi, far fuori i luoghi comuni, accendere la curiosità. E aprirsi nuovi mercati. D’altra parte, se gli americani amano tutto (o quasi) del nostro Paese, e segnatamente della Toscana, perché non dovrebbe suonare anche oltre Oceano l’ora del made in Tuscany?
La moda s’è già presa quel piatto, e il nostro vino anche (pur tra concorrenti agguerriti). Perché mai non dovrebbero riuscirci i nostri cesellatori, i nostri intarsiatori o i nostri tappezzieri? C’è tutto un export da conquistare. Anche se non sarà facile. L’artigianato è fatto di tante piccole imprese. Spesso piccolissime. E lo smercio oltre confine è per loro un’impresa complicata. Ancora troppo pochi sono i laboratori che si sono attrezzati per arrivare informaticamente in ogni dove. Invece la scommessa è possibile: perché fermare il proprio orizzonte alle mura? Hanno dunque fatto bene gli organizzatori della Mostra edizione numero 81 a calare la carta Usa. Un gioco che può dare belle sorprese. E magari una mano a Roma e ad altre capitali per convincere Donald Trump che l’Europa è preziosa anche perché sa usare insieme testa e mani (non solo i computer). God bless America, allora. Sì, Dio la benedica. E benedica anche il nostro artigianato.