Fiesole, il Grillo show e la capriola del Pd Del Grande appena liberato: «Non vedo l’ora di tornare in Turchia»
Sindaca nel mirino: «Spettacolo inopportuno». Nel 2011 lo vollero: «Erano altri tempi...»
Il Pd all’attacco della sindaca Anna Ravoni per lo spettacolo di Beppe Grillo al Teatro Romano di Fiesole, ritenuto «inopportuno». Il Comune però, da quest’anno, non organizza più il festival. La stessa polemica di sei anni fa ma con attori diversi: allora fu il sindaco Pd Fabio Incatasciato a volere lo show del comico genovese. E che adesso dice: «Allora era giusto, oggi non so se lo rifarei». E il segretario dei dem fiesolani Vannucci: «Allora il M5S non era vincente...». Gabriele Del Grande con la compagna
«Non vedo l’ora di tornare in Turchia e spero di non avere un divieto di reingresso». Dopo 14 giorni di detenzione, il giornalista lucchese Gabriele Del Grande, rilasciato lunedì mattina, è più determinato che mai a portare a termine il suo libro sui retroscena della guerra in Siria e la nascita dell’Isis. Un libro fatto delle storie delle persone comuni, quelle che lui andava intervistando al confine tra Siria e Turchia, dove è stato fermato durante un pranzo il 9 aprile: «Mi trovavo in un ristorante di Rihanli, insieme alla mia fonte siriana — ha raccontato ieri in una conferenza stampa tenuta a Roma — quando otto agenti in
Ero in un ristorante, sono arrivati otto agenti in borghese e mi hanno arrestato Sembrava una cosa da niente, è durata 14 giorni
borghese mi hanno chiesto documenti per poi portarmi in un centro di detenzione. Sembrava una sciocchezza, invece è durato per due settimane». Due settimane di reclusione, prima nel centro di detenzione di Hatay, poi in una cella con cinque letti a castello del centro di espulsione a Mugla. «Passavo il tempo leggendo i libri in arabo che mi hanno fornito i carcerieri, giocando a dama coi bulloni dell’armadietto e chiacchierando con gli altri detenuti, perlopiù donne e bambini. Ma non sono un eroe — ha aggiunto Del Grande — Voglio essere giudicato per il mio lavoro, non per il mio arresto». Ancora oggi, Del Grande non ha capito la motivazione ufficiale del suo arresto. E conferma: «Non avevo l’accredito stampa richiesto dalle autorità turche, ma io sono un giornalista libero e non ho bisogno di informare nessuno dei miei viaggi, sono un ricercatore indipendente e in quella zona ci sono tanti altri ricercatori che non vengono arrestati ». Poi ha specificato :« Non dobbiamo entrarenella logica del giornalista vigile urbano. Se uno mi dice che lì non posso andare, io ci vado apposta per capire perché non mi è consentito andare. Se i giornalisti dovessero star dietro alle cose burocratiche, non potrebbero raccontare storie». Del Grande, che ha paragonato la sua «detenzione illegale» a quella dei migranti che vengono rinchiusi nei Cie italiani «soltanto per problemi amministrativi», ha poi rivolto un pensiero agli oltre cento giorna- Gabriele Del Grande con la compagna durante la conferenza stampa tenuta ieri a Roma listi arrestati in Turchia: «Faccio appello affinché siano liberati tutti, non è accettabile essere incriminati per il lavoro che si svolge». Ha quindi ricordato la paura e le difficoltà di questi 14 giorni, e soprattutto i momenti concitati che gli hanno consentito di chiamare casa per la prima volta: «Martedì mattina ho sbottato, ho dato in escandescenza, così mi hanno fatto telefonare». E infine, un ringraziamento alle istituzioni e agli italiani: «Ero in isolamento, ma sapere che fuori c’era chi spingeva per la mia liberazione mi dava forza».