ASPETTANDO L’ANPI
Celebrazioni ovunque. Orlando a Stazzema: è di nuovo tempo di Resistenza. A Cascina niente sindaca
Celebrazioni in tutta la Toscana per il 25 Aprile. Il rabbino parla di fronte alle bandiere palestinesi: «È possibile la pace tra israeliani e palestinesi». Loro si definiscono antifascisti. Però fanno l’opposto, come hanno dimostrato aggredendo in via Sant’Agostino il nostro collega Antonio Passanese. Colpevole di fare cronaca, di raccontare quello che vedeva. E basta. Non c’è da stupirsi: l’anno scorso gli anarchici infiltrati nel corteo della Liberazione avevano imbrattato le vie di Santo Spirito con le loro vernici e poi se l’erano presa con noi, rei di non aver taciuto; quest’anno il bis degli antagonisti, con l’aggravante. Noi continueremo a fare il nostro mestiere. Ma il 25 Aprile con quelli di ieri non c’entra nulla: è la libertà riconquistata dopo il nazifascismo, può mai essere provocazione contro la libertà di stampa? L’Anpi di Oltrarno, che organizza ogni anno l’iniziativa in piazza, non ha niente da dichiarare? (Paolo Ermini) Il 25 Aprile, festa con sfregio
Un 25 aprile senza grandi polemiche, in Toscana. Se a Roma e a Milano ci sono scontri politici (e qualche spintone) per la presenza (o l’assenza) della «Brigata Ebraica», nel capoluogo le bandiere palestinesi sventolano davanti agli stendardi dei partigiani (compresi quelli ebraici) mentre il rabbino di Firenze Jospeph Levi tiene il suo ricordo dei caduti: «Io credo che sia possibile vivere in pace, tra cattolici e ortodossi, tra sunniti e sciiti, e — se permettete — anche tra ebrei e palestinesi». È lo stesso clima che si respira a Livorno, dove il sindaco di Livorno Filippo Nogarin ha esordisce così alle celebrazioni del 25 aprile: «Sono davvero felice di vedere in questa stanza sia l’assote ciazione dei partigiani che il rappresentante della comunità ebraica livornese. È il modo migliore per ricordare che abbiamo avuto e in parte abbiamo alcuni nemici in comune: il nazifascismo, ovviamente, ma anche le ideologie razziste e xenofobe mai sopite, anzi, prepotentemente presenti in questo preciso periodo storico», ideologie di cui Nogarin vede «un rigurgito anche a Livorno» ma qui «ci sono anticorpi». Polemiche invece a Cascina, dove il rappresentante dell’Anpi parla da solo, assente la sindaca leghista Susanna Ceccardi.
Nel capoluogo toscano, dopo un corteo improvvisato (quello ufficiale è «saltato» a causa dei cantieri), le orazioni si sono tenute sull’arengario di piazza Signoria, dove è intervenuto, dopo il sindaco Dario Nardella e prima del presiden- onorario dell’Anpi di Firenze Silvano Sarti, Aldo Cazzullo del Corriere della Sera. «Celebriamo le radici fondamentali della nostra Costituzione e della nostra democrazia» e «il 25 aprile è la festa di tutti» ha ricordato Nardella, prima di cedere la parola a Sarti, che più volte si è rivolto direttamente ai parlamentari presenti, tra cui la senatrice Rosa Maria Di Giorgi, per spronarli «ad attuale la Costituzione. Attenti ai fascisti di ritorno».
Matteo Renzi ha invece scelto di celebrare il 25 aprile a Cavriglia, invitato dall’ex consigliere regionale Enzo Brogi. Prima una visita al sacrario delle vittime delle stragi del ‘44, a Castelnuovo dei Sabbioni, poi un comizio al teatro in paese. «Piero ha 101 anni — ha detto Renzi — ha ricordi indelebili delle stragi nazifasciste in queste terre. Furono 192 le vittime, civili innocenti, che tra il 4 e l’11 luglio 1944 vennero uccise in una serie di massacri nelle cinque frazioni del comune di Cavriglia. E poi c’è Alice – ha continuato avvicinandosi ad una neonata – ha 3 mesi e una vita di sogni e speranze. Il 25 aprile memoria e futuro che si uniscono, si fondono e si compensano. Dobbiamo camminare avanti senza dimenticare ciò che è stato». Non si sono presentati i rappresentanti dell’associazione »Vittime del Salvabanche» (i danneggiati di Banca Etruria) che avevano annunciato la loro presenza. Assenti per protesta i rappresentanti del M5S, polemici per la «ridondanza» di presenza di ministri del governo e renziani, oltre a Renzi stesso: ma quella di Renzi non era una presenza ufficiale, era una iniziativa di partito. A Sant’Anna di Stazzema, luogo di una delle più feroci stragi nazifasciste, è arrivato invece il ministro della giustizia Andrea Orlando. «Norberto Bobbio —ha detto Orlando a Sant’Anna di Stazzema — parlava di Resistenza sospesa fino alla prossima prova: oggi quella prova sta arrivando e noi non dobbiamo restare indifferenti». Orlando ha elogiato l’azione «costante e quotidiana svolta dal Parco della Pace» di Sant’Anna e definito il 25 aprile «una pietra miliare», ricordando la liberazione di Gabriele del Grande e definendo la Turchia di Erdogan «Paese che scivola verso un sultanato che non è Europa».
Renzi a Cavriglia Passato e futuro si uniscono, si fondono e si compensano Dobbiamo camminare avanti senza dimenticare ciò che è stato