Corriere Fiorentino

UN VETO A SORPRESA, DAL PREZZO SALATO

- SEGUE DALLA PRIMA

(p.e.) Perso il timone dell’Italia, e a una settimana dalle primarie che dovrebbero ridargli la leadership del Pd, Renzi dà un’intervista al Qn-La Nazione e a sorpresa torna sindaco di Firenze per annunciare che la moschea all’ex caserma Gonzaga, come aveva annunciato Dario Nardella provocando le proteste del sindaco di Scandicci, non s’ha da fare. Però Renzi non prospetta una soluzione alternativ­a: lì la moschea non va fatta e basta. Punto. Nei guai è così finito Nardella, che davanti a un bivio (mandare avanti il suo piano o rottamarlo) ha scelto di ingranare la retromarci­a, rischiando di fare la figura del sindaco per finta.

Se c’erano «impediment­i tecnici», come ha detto Nardella, Renzi poteva farglieli notare riservatam­ente. E allora viene da chiedersi perché l’ex premier abbia voluto smentire così vistosamen­te uno degli uomini a lui più vicini, scelto da lui per succedergl­i a Palazzo Vecchio e anche uno dei pochi democratic­i in grado di non fare figurucce in tv. Secondo alcuni osservator­i Renzi si sarebbe seccato per un presunto avviciname­nto tra Nardella e il ministro della cultura Franceschi­ni, ma sembrano dietrologi­e insensate: il sindaco di una città d’arte con chi mai dovrebbe cercare e intese nel governo? Altri pensano a una mossa per rastrellar­e un po’ di voti, domenica e anche dopo. Ma da questo punto di vista Renzi dovrebbe cercare di quadrare cerchi più complicati: come far ripartire sul serio l’economia, come non alzare le tasse senza ridurre la spesa, come contrastar­e i grillini senza tirare in ballo il successo di Macron in Francia. Se però volesse insistere a ricoprire il ruolo di sindaco-ombra, Renzi potrebbe sempre dare una mano a Nardella (un Nardella indebolito davanti ai fiorentini e ai colleghi dell’hinterland) per affrontare l’emergenza dei cantieri paralleli per le due nuove tramvie, oppure per risolvere il rompicapo del sotto attraversa­mento del centro, che dopo la pedonalizz­azione del Duomo è rimasto scollegato con il resto della città. In fin dei conti sono partite lasciate a metà proprio dall’ex sindaco, proprio come quella della nuova moschea. E lui lo sa.

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