Renzi dice stop, Nardella s’adegua Per la moschea è tutto da rifare
«Problemi tecnico-giuridici per la soluzione nell’ex caserma». L’imam: un colpo ai diritti costituzionali
Moschea, indietro tutta sull’ipotesi dell’ex caserma Gonzaga. A dare però il dietrofront in una vicenda già pesante, per il Pd e per i due sindaci di Firenze Dario Nardella e di Scandicci Sandro Fallani, è il terzo incomodo: Matteo Renzi. In una intervista a Qn l’ex sindaco, ex premier ed ex segretario Pd ha annunciato che la moschea non potrà andare all’ex caserma. «Tecnicamente e giuridicamente non si può fare lì», ha spiegato Renzi. Una bocciatura della linea Nardella, che peraltro aveva già spostato «fuori» dagli immobili, in una zona ad est della caserma, la possibile collocazione definitiva? «Non è che ho voluto entrare a gamba tesa in questioni di sua competenza. È solo una questione tecnica, quell’area è stata data dallo Stato a Firenze e adesso non si può dare una destinazione diversa». Insomma, «la partita è chiusa» dice Renzi.
Pochi minuti dopo, Nardella — che aveva fino al giorno prima sostenuto con forza l’ipotesi Gonzaga sia come sede provvisoria per il prossimo Ramadan, confermata, che come soluzione definitiva in futuro, nonostante l’opposizione del Comune di Scandicci — smorza: era «una proposta», un’ipotesi, non una decisione già presa, «quella di realizzare la moschea nell’ex caserma». Ma «problemi tecnici-giuridici che ho riscontrato parlando proprio con Renzi» ne rendono «molto complessa la realizzazione. Siamo assolutamente in sintonia politica con Renzi, ma io faccio il sindaco e prendo le decisioni in totale libertà e autonomia» ha aggiunto il sindaco. Beh, sulla moschea alla Gonzaga non proprio, parrebbe. «Non c’è nessuna polemica, mai stata polemica, solo punti di vista», conta «l’aspetto tecnico». Cioè il fatto che, essendo la caserma un bene demaniale concesso al Comune, può essere usato solo per quanto previsto. I tecnici spiegano che i Comuni che hanno cambiato o aggiunto destinazioni d’uso diverse da quanto previsto nelle concessioni si sono trovati di fronte a pesanti contenziosi. Certo è che il 3 maggio i sindaci Pd si troveranno tutti a discutere di come risolvere questo cul de sac politico in cui si sono infilati. E alla riunione parteciperà anche Fallani: «L’ho chiesto io per primo, fin dal primo giorno, di incontrare i colleghi della cintura metropolitana. Spero che ritorni la politica. Sulla Gonzaga, come per tutte le aree di confine con gli altri Comuni, vedo una disponibilità dei cittadini e della politica di fare grandi accordi politico, per creare davvero una unica città, come siamo di fatto».
A lungo Nardella ha parlato, durante il corte del 25 Aprile, con il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani e la consigliera Titta Meucci. «Le argomentazioni di Renzi sono oggettive» spiega Giani. E quindi? «Ora — propone — ripartiamo individuando più zone dove ci sono possibilità urbanistiche, affrontiamo la discussione. Insomma, ripartiamo da una rosa di possibilità». Chi non la prende proprio bene è la comunità islamica: il presidente Ucoii Izzedin Elzir ricorda che la proposta della Gonzaga era stata «avanzata dal Comune», confida ancora nel «dialogo con Nardella» e rimbrotta indirettamente Renzi: «Nel giorno della Liberazione d’Italia a fare notizia non dovrebbero essere i veti e la negazione dei principii democratici e costituzionali. Da una politica attenta, che abbia imparato dal passato e per questo realmente democratica, ci aspettiamo altre parole».