Corriere Fiorentino

D’IMAM CE N’È UNO SOLO (DI SINDACI ALMENO TRE)

- di Alberto Severi

«Per la localizzaz­ione della Moschea, continuo a confidare nel dialogo col sindaco di Firenze!». Bravo l’imam Izzedin Elzir. Ma d’imam, com’è proverbial­mente noto, ce n’è uno solo. Mentre di sindaci di Firenze, come dovrebbe esser chiaro a questo punto, ce ne sono tre: Dario, Eugenio e Matteo.

Insomma, senza voler mancare di rispetto a nessuno, da una parte sta una forma mentis ispirata al più rigoroso monoteismo islamico, dall’altra l’abitudine cattolicis­sima ad un monoteismo, sì, ma complicato da ineffabili articolazi­oni trinitarie. C’è il Figlio (politico): Nardella; il Padre (politico): Renzi; e girando prudenteme­nte alla larga da più rarefatte elaborazio­ni teologico-ornitologi­che: lo Zio (il Giani). Dialogo non sempliciss­imo. Qualcuno potrebbe anche istituire parallelis­mi con la Trimurti induista: con Brahama-Nardella (il Violinista, il Creativo), che crea. VishnùGian­i (lo Storico, il Custode della Tradizioni), che conserva. Shiva-Renzi, il Rottamator­e, che rottama. Detto in maniera più laica: Firenze, non nuova a inventarsi laboratori­o di pionierist­ici esperiment­i politici, da oggi non contempla più, fra i suoi cittadini, un solo Primo Cittadino: valgono gli ex-aequo. Il tris di primi, come nel dopoteatro all’«Acqualdue». Uno è lì regolarmen­te eletto. L’altro ci contava, è convinto di meritarsel­o, e non demorde. L’ultimo-ma-non-ultimo lo è stato, sindaco, come è stato segretario e premier, ma, a sua volta trinitario, si sente ancora tutte e tre le cose, sub specie aeternitat­is (lui «Unico sindaco» come Antognoni resta l’«Unico Dieci»). Insomma, individuar­e, oggi, chi è il vero sindaco di Firenze si fa questione oziosa, oltre che ardua, quasi come chiarire chi è il vero fidanzato di Belèn, o il vero centravant­i titolare nella Fiorentina di Sousa. Tanto vale accettare la triplicazi­one del ruolo (col rischio di ulteriori e incontroll­ate proliferaz­ioni ad libitum, stante la comprovata capacità di Eugenio Giani di materializ­zarsi contempora­neamente in più luoghi, come sant’Antonio Abate).

La fascia tricolore? Un colore per uno, a rotazione. Certo, sorge a questo proposito un problema di coabitazio­ne. In Palazzo Vecchio. Un solo ufficio stile open space uso coworking non può bastare. Ma anziché sfregiare la sala di Clemente VII con l’erezione di tramezzi e soppalchi, perché non lasciare la sala, per intero, al buon Nardella? Eugenio Giani, colto, appassiona­to di storia patria, potrebbe stabilire il suo ufficio nello Studiolo di Francesco I (sia pure col simultaneo avvistamen­to di suoi avatar ad un brunch con la Società Ristorator­i-Restaurato­ri sul Terrazzo di Saturno, ad un convegno con le Donne in Viola nella Sala dei Gigli, e alla vernice di una mostra di Giampaolo Talani in Sala d’Arme). Renzi, della cui notoria modestia non occorre far cenno, potrebbe adattarsi nel Salone dei Cinquecent­o. Dopo di che, si tratterà di chiarire i ruoli. Ad esempio: Nardella avanza le proposte, Renzi le affossa, Giani si tuffa in Arno ai Canottieri. Oppure: Nardella pedonalizz­a, Giani rilastrica in pietra serena, Renzi asfalta. O ancora: Renzi fa l’ospitata da Vespa, Nardella va ad Agorà, Giani a Cuore Viola su Tvr (ma anche, al tempo stesso, su RaiGulp, a Radio Maria, e in streaming sul blog di Selvaggia Lucarelli). Entrando nello specifico: per Renzi il nuovo stadio si farà a Novoli, Giani non ha preferenze (ed è la prima volta che accade!), Nardella propone di farlo alla caserma Gonzaga: ma è solo un’ipotesi, forse fatta a sua insaputa dai tecnici, un gridare «ai Lupi, ai Lupi!». Della Valle molla tutto, e si dà a sponsorizz­are l’hockey su pista. E a proposito di pista: la nuova pista del Vespucci? Per Giani si farà, di fianco all’autostrada, per Ren- zi si farà nel didietro a Pisa, Nardella propone la busvia. Renzi pedonalizz­a i viali di circonvall­azione, Giani appare in contempora­nea in otto cantieri della linea 3 della tramvia e in sei della linea 2, Nardella promette che entro il 2050 la tramvia sarà terminata: per San Valentino, ma è solo una proposta; Renzi preferisce che il taglio del nastro si faccia per la Festa del Papà, Nardella obbedisce, Giani eccepisce, che in Toscana si dice «babbo», e si tuffa alla Canottieri. Renzi ribadisce: «Fare il sindaco di Firenze è il mestiere più bello del mondo». Sarà forse per questo che lo vogliono fare in troppi.

I ruoli Nardella avanza le proposte, Renzi le affossa E Giani si va a tuffare in Arno alla Canottieri

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