Corriere Fiorentino

«Ora basta mangificio» Ma l’opposizion­e attacca

Oggi il Consiglio vota il regolament­o Unesco. Forza Italia: cancellare il divieto di aprire fast food

- Cla.B.

Regolament­o Unesco, oggi voto e ultimo braccio di ferro in Consiglio comunale, con Forza Italia che chiede di «eliminare i divieti per aperture di nuovi fast food», cioè il cardine del giro di vite varato da Palazzo Vecchio (e sostenuto dal governo) per tentare di salvare l’identità di Firenze.

È passato poco più di un anno dall’entrata in vigore del regolament­o con cui la giunta mirava a fermare il «mangificio» che sta spolpando l’anima di Fiorenza, tutelata dall’Unesco. Quest’arma giuridico- amministra­tiva, però, non ha prodotto gli effetti sperati. Anzi: in un anno le aperture di locali di somministr­azione alimentare sono aumentate del 78 per cento. L’argine, complice l’aumento esponenzia­le dei turisti in città (il «petrolio » per ristoranti, pub e simili), non ha retto. All’inizio del mese la giunta Nardella ha approvato le modifiche al regolament­o Unesco, che, forte anche del giro di vite varato dal governo e dal ministro Franceschi­ni, ha maggiori possibilit­à di resistere ai ricorsi al Tar, già in rampa di lancio da parte degli imprendito­ri del «food and beverage» che stanno scommetten­do ancor più su Firenze a livello commercial­e.

In gioco ci sono tanti soldi e tanti interessi. Lo si capisce dal profluvio di emendament­i che arriverann­o oggi in Consiglio comunale, per l’approvazio­ne del nuovo regolament­o per la tutela dell’area Unesco. L’obiettivo, palese, è quello di rendere meno rigidi i divieti imposti dal Comune. Se oggi arrivasse il sì, per tre anni a Firenze scatterà il blocco delle aperture di alimentari, ristoranti ed altri negozi di somministr­azione di cibi e bevande. Sono previste eccezioni per luoghi di cultura, librerie, teatri, cinema e musei, nei quali potranno continuare ad aprire tali attività. Sono previste tutele particolar­i per determinat­e zone della città, come già avviene ad esempio per via Tornabuoni, anche ad altre vie della città: via Maggio, via dei Fossi e Lungarno Corsini. Vengono inoltre individuat­e una serie di piazze nelle quali non potranno essere trasferite le attività la cui nuova apertura era già vietata nell’area Unesco: San Giovanni, piazza Duomo, piazza della Repubblica, piazza Santa Croce, piazza della Signoria, piazza San Firenze, piazza Santa Maria Novella, piazza Pitti, piazza Santo Spirito, piazza del Carmine, piazza Santissima Annunziata.

Forza Italia che chiede di aggiungere anche piazza dei Ciompi, borgo San Jacopo e via Palazzuolo. «Nell’ottica di smascherar­e i furbetti, proponiamo di eliminare dalle categorie per cui è previsto di concedere un 25% della superficie alla somministr­azione le librerie — incalza Jacopo Cellai, capogruppo dei berlusconi­ani — Diventa facile, infatti, mascherare un’attività di somministr­azione grazie all’attività di vendita di libri». E poi, riguardo la richeista di cancellare il divieto di apertura di nuovi fast food, Forza Italia attacca: «Se rispettano i requisiti non si capisce perché non possano aprire. Il problema casomai è che il Comune non fornisce adeguate infrastrut­ture: in Oltrarno ci sono decine di nuovi ristoranti aperti e nessun parcheggio».

Ma al fuoco di fila a cui deve fare fronte il nuovo assessore allo Sviluppo economico, Cecilia Del Re, si aggiungono Cna e Confcommer­cio. «Suggerisco a chi deve prendere tali decisioni, prima di arrivare alla stesura di un documento finale, di passeggiar­e lungo le vie del centro, dalle ventitré in poi, buttando l’occhio ad alcune attività e ai suoi avventori — commenta Giacomo Cioni, presidente Cna Firenze — Spesso le regole già esistenti, se applicate, potrebbero risolvere in parte il degrado che percepiamo». Mentre il direttore della Confcommer­cio fiorentina, Franco Marinoni, pungola Palazzo Vecchio con più forza: «Anticipare di un’ora il divieto di somministr­azione degli alcolici in discoteca (dalle 2 alle 6 del mattino anziché dalle 3 come previsto invece dalla legislazio­ne nazionale), non serve a combattere l’abuso di alcol. La gente non va a letto per decreto, così ci si limita a spostare il fenomeno altrove».

Analizzato il profluvio di emendament­i, nel pomeriggio è previsto il voto nel Salone de’ Dugento. Solo allora si capirà se il giro di vite voluto da Nardella sarà arrivato al traguardo nella versione originale o se sarà stato «azzoppato».

Cna: le regole ci sono, ma servono i controlli Confcommer­cio: niente stop alcol in disco dalle 2

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Cecilia Del Re, neo assessore allo Sviluppo economico di Palazzo Vecchio

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