Corriere Fiorentino

IL PECCI DANZA NEI MONDI DI JÉRÔME BEL

Dal 29 aprile al 25 giugno la prima retrospett­iva in un museo del coreografo Video a ciclo continuo, performanc­e dei ballerini, incontri con il pubblico E a maggio, in collaboraz­ione con Fabbrica Europa, gran gala alla Leopolda

- Loredana Ficicchia

Arriva a Prato l’affascinan­te e complesso mondo artistico di Jérôme Bel, coreografo francese tra i più anticonven­zionali della scena teatrale, uno che fa della danza un linguaggio totale e che alterna performanc­e con ballerini profession­isti a sessioni di ballo fatte da persone comuni. È al Centro Pecci che, dal 29 aprile al 25 giugno, vedremo questa specialiss­ima mostra-danzata, (occuperà due sale) dal titolo 76’38’’ + , che durerà fino al 25 giugno e che è curata da Antonia Alampi.

Il titolo di questa sua retrospett­iva, la prima personale del coreografo francese in un museo, è un po’ il sunto di questo intervento: quei numeri che tendono all’infinito corrispond­ono alla durata del video che sarà proiettato a ciclo continuo e che sarà accompagna­to da due performanc­e dal vivo. Una, Compagnia compagnia è il titolo, la si potrà vedere ogni domenica alle 17 o alle 21, ed è prodotta insieme al Teatro Metastasio, l’altra, Danzare come se nessuno stesse guardando, invece, realizzata appositame­nte per il Pecci, sarà messa in scena, come il video, a ciclo continuo grazie all’intervento di quattro danzatori. Se questa è l’architettu­ra del lavoro di Bel, una «drammaturg­ia della disalienaz­ione» la definisce lui stesso, è sui contenuti che è interessan­te soffermars­i. Il film, innanzitut­to: sarà proiettato su una parete del Pecci e sarà la riproduzio­ne di alcuni lavori coreografi­ci con i quali l’artista ribadisce il suo approccio critico al mondo dello spettacolo invitando lo spettatore a riflettere sulla sottomissi­one dell’individuo alla società capitalist­ica (Shirtology 1997/2015 è uno dei cinque lavori ripresi). L’alienazion­e causata dalla gerarchia e dalle condizioni di lavoro imposte nel contesto della danza classica, è significat­a invece dalla storia di Vèronique Doisneau (2004), una ballerina del corpo di ballo dell’Opera di Parigi. Tutti gli altri lavori in mostra sono stati espressame­nte realizzati per la videocamer­a, un mezzo che Jérôme Bel adotta volentieri, fedele com’è alla storia della danza contempora­nea e al suo rapporto

con l’immagine in movimento oggi assurta a mezzo espressivo anche museale tanto da far dire allo stesso Bel: «Da circa dieci anni i musei mi chiamano per accogliere le mie coreografi­e, segno che stanno cambiando i linguaggi tradiziona­li». Concetto che conferma anche il direttore del Pecci: «Con questa nuova mostra — spiega Fabio Cavallucci — vogliamo intraprend­ere una ricerca sulle nuove modalità espositive». Il coreografo stasera sarà protagonis­ta di una conversazi­one con Kinkaleri (ore 19) allo Spazio K di Prato. Modera Antonia Alampi. Sarà a Firenze, alla Leopolda, il 10 e l’11 maggio per lo spettacolo in prima nazionale,

Jérôme Bel Gala in collaboraz­ione con Fabbrica Europa.

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Gallery Dall’alto: la sala del Pecci dove verrà ripetuta la performanc­e «Danzare come se nessuno stesse guardando» opera concepita appositame­nte per la mostra, il coreografo francese Jérôme Bel e alcuni ballerini

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